5 GIUGNO 2017
Oggi, 5 giugno, nel giorno dedicato dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite alla mobilitazione delle coscienze contro l’inquinamento atmosferico e la crisi climatica, per la salvaguardia dell’ambiente, siamo rimasti turbati, anzi basiti, dalla scelta di Noa Pothoven, la diciassettenne ragazza olandese in permanente depressione, passata per l’anoressia, devastata in origine ed irreparabilmente dal trauma dello stupro. Ad impedire l’estrema scelta della eutanasia non è bastato l’amore della madre e tanto meno il contesto dei protocolli di salvaguardia laici e religiosi: hanno avuto il sopravvento i sentimenti della rinuncia e della rassegnazione di fronte all’orrido insopportabile di una vita senza qualità, di una mera condanna alla sopravvivenza. Dunque una reazione ineluttabile, estrema, di fronte ad una offesa risultante estrema, mentre sempre in queste ore si compiva una vasta operazione contro lo smaltimento illecito di rifiuti tra il Nord e Sud Italia, e in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Campania: i carabinieri del nucleo operativo ecologico di Milano hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare e decreto di sequestro preventivo emessi dal gip del Tribunale di Milano – su richiesta della Dda – nei confronti di un’organizzazione ritenuta responsabile di traffico illecito, realizzazione di discariche abusive e intestazione fittizia di beni, che avrebbe occultato circa 10.000 tonnellate di pattume e schifezze tossiche provenienti dalla Campania e da vari impianti del Nord Italia. Ecco, oggi, questa coincidenza di eventi apparentemente diversi, ma riferibili all’umana perversione, alla distruttiva vocazione di una parte di noi, richiama altresì la componente positiva, quella che ispira persone e organismi come la stessa ONA, che rappresentano nella sostanza quel “Beat Air Pollution” che non è soltanto uno slogan, ma la sintesi di una coalizione possibile contro l’inquinamento atmosferico e non solo. Nel non solo, c’è ovviamente l’universo delle problematiche che attanagliano Gaia e la collettività mondiale, questioni di gravità assoluta, rispetto alle quali non dovremmo avere indugi nell’agire e nel non dover perdere anche lo stesso tempo impegnato nelle celebrazioni, come quelle programmate ovunque e in particolare in Cina, nel ricordo della prima Conferenza delle Nazioni Unite sul tema dell’ambiente, tenutasi dal 5 al 16 giugno del 1972 a Stoccolma, nel corso della quale venne adottata la Dichiarazione su “L’Ambiente Umano” e si determinarono i 26 principi sui diritti dell’ambiente e delle responsabilità dell’uomo per la sua salvaguardia. Ecco, dunque, che – se proprio da un Paese convenzionalmente afflitto dagli effetti inquinanti del suo esponenziale sviluppo industriale, possono venire le risposte più forti per la green economy, con la massima produzione di auto elettriche ed autobus a tasso zero di emissioni – troviamo alfine conferma, come nella recente Conferenza nazionale del Foro Italico con l’Osservatorio Nazionale Amianto e il Comitato Nazionale Fair Play, che una radicale inversione di tendenza non è impossibile, che diversamente si possa attivare ogni forma di attenta prevenzione per combattere ogni violenza, compresi i fenomeni d’inquinamento da materiali tossici, a cominciare dall’amianto e dai suoi derivati, passando per i radioattivi ed i chimici, sino ai rifiuti urbani, ancora oggetto di pelose attenzioni da parte di associazioni criminali, di elusivi comportamenti di amministratori e controllori, di masochista acquiescenza di parte della società civile.