Si viene a sapere soltanto adesso, ma qualche mese fa il Presidente Donald Trump ha suggerito al ministro degli esteri spagnolo, Josep Borrell, di costruire un muro nel deserto del Sahara per contenere gli inarrestabili flussi migratori africani. Diciamo tal quale quello al confine tra USA e Messico, da lui promesso in campagna elettorale. Non si tratta di una idea originale, seppure affascinante, come quella che portò alla realizzazione di una delle meraviglie del mondo, la Grande Muraglia, in Cina, piuttosto che l’imponente Vallo di Adriano in Inghilterra. Opere difensive e di contenimento, secondo l’dea del muro contro muro, per lasciare fuori gli altri, portatori di fardelli carichi di speranze e iatture, ma anche di novità, come di pericolo. Ma voglio tornare a questa idea arcaica e pur attuale, ciclopica, megalitica e pur fantascientifica di illimitate insormontabili mura di difesa e separazione dall’alea dell’ignoto. Purtroppo per ideatori, costruttori e committenti, l’ipotesi difensiva del muro ha avuto comunque e sempre un esito storicamente negativo. Faccio gli esempi di Roma e Costantinopoli, se volete della mitica Gerico o quello coevo di Berlino, simbolo prima di separazione e poi di riunificazione del mondo, tra Est ed Ovest. Diciamo che dietro, come davanti, sotto come sopra, i muri e le mura si rischia di giocare o di giocarsi qualcosa, di sbatterci contro o di essere scaraventati in basso e non di meno di arrampicarsi magari socialmente con scale, funi e rampini. Per concludere, cari amici, ho in questo momento una visione “bruegeliana” delle mura, sicuramente più durevoli del cemento armato, ma elemento attrattore di interessi e pulsioni non sempre benevole, di una forza tale da cambiare la storia o se volete più semplicemente la vita delle collettività o delle singole persone, per cui forse conviene rifarsi al solito vecchio saggio e prudente consiglio di estrazione popolare: se avete vicino un muro, accostatevi di spalle e camminate di traverso come i granchi, “muro muro”.
Ruggero Alcanterini
Direttore responsabile de L’Eco del Litorale