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“Muoio per amianto”. A parlare è ancora Gianfranco Giannoni. L’INPS nega ancora l’applicazione dell’art. 1, comma 250, Legge 232/16 che gli dà diritto al pensionamento immediato.

Continuano a cadere come foglie al vento i lavoratori di Massa, Carrara e della vicina La Spezia, che giorno dopo giorno sono colpiti dal mesotelioma, dal cancro polmonare e dalle altre patologie da amianto (sono stati registrati 30 nuovi casi di patologie asbesto-correlate dallo sportello amianto costituito dall’ONA in collaborazione con il Comune di Massa).

“Per fortuna non sono tutti casi mortali”, dichiara la Sig.ra Antonella Franchi, Coordinatrice Nazionale ONA, sempre in prima linea, “Ma certamente l’INAIL non potrà non considerare questi nuovi casi e riconoscere la rendita alle vittime e ai familiari, e cercheremo anche di verificare se ci sono responsabilità penali”, dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente ONA Onlus.

Intanto rimane sul tappeto anche il caso di Gianfranco Giannoni, ed è anche per questo che l’Osservatorio Nazionale Amianto ha sollecitato il Sindaco di Massa, che a suo tempo si fece promotore del tavolo interistituzionale, a chiedere una nuova sessione per la prosecuzione dei lavori del tavolo tecnico.

Particolarmente grave e delicata la condizione di Gianfranco Giannoni che è affetto da asbestosi, anch’essa patologia mortale.

Questo lavoratore ha ottenuto dopo una odissea giudiziaria, il definitivo riconoscimento della sua asbestosi come malattia professionale.

Avrebbe diritto ad ottenere l’immediato pensionamento in base all’art. 1, comma 250, Legge 232/16, ma l’INPS rifiuta di dare applicazione a questa norma, perché sostiene che mancano ancora i decreti attuativi.

Non ci sta Gianfranco Giannoni a vedersi ancora discriminato e ghettizzato.

“Nonostante la patologia diagnosticata seguito a lavorare in un ambiente malsano, quando invece, al fine di azzerare il rischio, sarebbe opportuno stare lontano dalle polveri, soprattutto da quelle contenenti amianto e dai luoghi di lavoro nocivi. Chiedo giustizia e pretendo che vengano rispettati i miei diritti, non solo per me, ma anche per tutti quei lavoratori che sono nella mia stessa condizione. Mi rivolgo a tutte le istituzioni e ai loro autorevoli rappresentanti, affinché il mio appello con cada nel vuoto. Nonostante l’entrata in vigore della Legge 232/16, comma 250, art. 1, non riesco ad andare in pensione perché tutt’oggi l’INPS non applica le leggi dello Stato, trincerandosi dietro il fatto che non è ancora in possesso dei decreti attuativi. Un vero e proprio colpo basso”, è il grido di dolore del Gianfranco Giannoni.

Una battaglia lunga ed estenuante la sua, come se le sue gravi condizioni di salute non bastassero. Malato di asbestosi, sono note le aspettative di vita per coloro che sono affetti da patologie asbesto correlate, e nonostante questo il Sig. Gianfranco è costretto anche ad andare a lavorare.

L’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, schierato al fianco della vittima continua a ribadire che “La legge è legge, è chiara e va applicata. La situazione di Giannoni è molto delicata, perché ha dovuto sostenere una causa per avere i benefici amianto (condanna dell’INPS da parte del Tribunale). Quando si è ammalato l’INAIL ha negato che fosse affetto da asbestosi e abbiamo dovuto vincere la causa con relativa sentenza di condanna e solo allora ha ottenuto parte dei suoi diritti. Ora che deve andare in pensione, l’INPS dice che non c’è il decreto per attuare la legge, ma la legge è chiara e lui ha diritto ad andare in pensione. Ricorreremo subito alla Magistratura, con una procedura d’urgenza. Intanto proseguono le attività dello sportello amianto e abbiamo chiesto al Sindaco di Massa la prosecuzione dei lavori del tavolo tecnico e sollecitato la collocazione in pensione del Sig. Gianfranco Giannoni, già affetto da asbestosi, riconosciuta con sentenza passata in giudicato”.

La provincia di Massa Carrara ha fatto registrare tassi altissimi di patologie asbesto-correlate. Sono solo le ultime vittime di una guerra non dichiarata.

Inoltre, l’ONA ha ribadito al Sindaco la necessità di fissare un nuovo incontro finalizzato a determinare

  • il numero di lavoratori che si sono dovuti rivolgere alla Magistratura a fronte del diniego del riconoscimento dei benefici amianto utili per il prepensionamento e il numero delle condanne dell’INPS in sede giudiziaria,
  • il numero di lavoratori che hanno dovuto ricorrere giudiziariamente per mancato riconoscimento dell’origine professionale delle patologie asbesto correlate e il numero di condanne da parte della Magistratura a carico dell’INAIL,
  • l’entità del fenomeno epidemico di patologie asbesto correlate tra i lavoratori del comprensorio,
  • le spese legali e gli altri oneri (spese di CTU, etc.) di INPS e INAIL per queste azioni giudiziarie, con la possibilità di valutare la trasmissione di tali atti alle competenti Autorità;
  • e per l’applicazione delle norme di cui all’art. 13, commi 7 e 8, Legge 257/92;
  • e in relazione al diritto delle vittime dell’amianto di percepire le rendite INAIL;
  • veder applicate le norme di cui all’art. 1, comma 250, Legge 232/16.

I numeri della strage in Toscana

Gli ultimi dati sui casi di mesotelioma in Toscana ci portano a stimare in poco meno di 2.000 il numero dei casi dal 1988 ad oggi (ne sono stati censiti 1.851 dall’ISPO – centro operativo toscano dei tumori professionali). È solo la punta dell’iceberg, poiché si deve tener conto del fatto che intanto solo una piccola percentuale di mesotelioma sopravvive ai 5 anni, e per ogni decesso per mesotelioma ce ne sono due per tumore polmonare e poi si deve tener conto del fatto che sono patologie asbesto correlate anche quelle fibrotiche (asbestosi, placche pleuriche, ispessimenti pleurici con le complicazioni cardiocircolatorie) e le altre neoplasie (tumore della laringe, dell’ovaio, della faringe, dello stomaco, del colon retto e dell’esofago). Il bilancio, dunque, ben lungi dall’essere classificabile con i numeri della Regione Toscana, deve essere purtroppo aggiornato ad almeno 8.000 decessi negli ultimi 20 anni.

Il V Rapporto ReNaM riporta 1.228 casi di mesotelioma fino al 2011. Poiché secondo i dati ufficiali della Regione risultano invece al 2017 n. 1.851 casi, è di tutta evidenza che ci sono 623 nuovi casi di mesotelioma per gli anni dal 2012 al 2016 e per i primi mesi del 2017, con un trend pari a circa 120 casi l’anno, rispetto alla media precedente, pari a 53 casi, quindi a salire.

Infatti, il numero di mesoteliomi è oscillato dai 69 casi del 2000 agli 82 del 2009 fino ai 93 del 2011, ed è quindi di tutta evidenza come ci sia una vera e propria emergenza.

La provincia di Massa Carrara ha fatto registrare 184 casi di mesotelioma, pari al 9,9% (per 197.000 abitanti rispetto alla popolazione toscana, pari a 3.743.000: quindi circa il 5% della popolazione); la provincia di Livorno ha fatto registrare 441 casi di mesotelioma, pari al 23,8% (per 160.000 abitanti circa, quindi per circa il 4% della popolazione del territorio regionale).

 

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