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Dopo Milva, Carla Fracci, Franco Battiato, Paola Pigni e adesso Raffaella Carrà… Una sequenza di voli verso Borea da parte di personaggi straordinari , fortemente legati all’immaginario collettivo degli italiani nati a cavallo degli anni quaranta, quelli che durante la pandemia ed adesso hanno pagato e pagano il tributo maggiore in vite. Oggettivamente tutto questo affligge gli animi, ma deve anche far riflettere sul complesso di cose che, secondo la chiave di lettura che ne darebbe lo stesso Paolo Conte, fa si che sui ventenni di ieri, oggi ottantenni, si addensi l’insostenibile peso di uno Stato divenuto esageratamente leggero. Diciamo che gli straordinari “coccodrilli”, sciorinati per le illustri dipartite, si sono manifestati tal quali gesti riparatori a fronte di un colpevole rilassamento, di disinteresse, se non di un imbarazzante oblio, nel quale la società civile consuma da decenni un rito sacrificale di massa, eludendo colpevolmente quanto moralmente e sostanzialmente dovuto a coloro che hanno con certezza dato sostegno alla collettività nazionale. E’ paradossale che lo Stato non garantisca i pari diritti per i sette milioni di cittadini che hanno compiuto settantacinque anni, che non renda adeguato il welfare per i quattro milioni di ottuagenari e che non si renda concretamente partecipe di un affettuoso sostegno nei confronti degli ultranovantenni, che sfiorano le ottocentomila unità. Diciamo che la collettività dovrebbe rendersi civile attraverso giuste attenzioni nei confronti delle nuove generazioni, ma anche dei “Seniores”, quindi di coloro che sono all’inizio ed alla conclusione di un percorso naturale di vita. Tutelare gli adolescenti, come gli “over aged”, non deve essere un problema, ma un vantaggio. Vogliamo agire, piuttosto che continuare a piangere sulle vite perdute per mancanza di previdenza? Cominciamo con la trasformazione degli asili nido, delle materne e delle primarie, diamo una sferzata di energia alla necessaria rinascenza del Paese, che non può ignorare il crollo demografico. Interveniamo sulla rivalutazione delle pensioni minime e medie, collegandole progressivamente all’età. Tuteliamo i “Seniores”, i bisognosi di assistenza domiciliare, garantendo loro il mantenimento dei diritti e della dignità, con una legislazione di tutela e con un fondo nazionale di garanzia. Quando tutto questo sarà fatto, quando non avremo più bambini obesi e anziani sbilenchi, allora lai, commemorazioni e magari semplici epitaffi avranno un senso, quello del “dovere compiuto”.