(13 APRILE 2015) VOGLIO CONCLUDERE, PER IL MOMENTO, QUESTO CICLO DI RIFLESSIONI E DI SCAVI NELLA MEMORIA, DEDICATO A PIETRO MENNEA. DEL RESTO, NE SONO STATO DIRETTAMENTE COINVOLTO DAL 1967 AL 1988. NON NASCONDO UN PERSONALE SENTIMENTO DI MELANCONIA E L’ESIGENZA DI RAGIONARE ANCORA SUL SIGNIFICATO DI QUANTO AVVENUTO IN QUEGLI ANNI E DOPO, QUANDO CI SI RITROVAVA SULLA COMUNE PASSIONE PER I LIBRI. CREDO CI SIA ANCORA MOLTO DA RICAVARE DALLA SUA E DALLA NOSTRA STORIA COMUNE. MOLTE VICENDE SONO RIMASTE TRA LE PIEGHE E MOLTE SFACCETTATURE TRA LE OMBRE DI UNA ESISTENZA, LA SUA, PIENA DI LUCI A FORTE INTENSITA’, MA SPESSO OBLIQUE. PIERINO HA CORSO VELOCE PER 22 ANNI DI SEGUITO ED HA CONCLUSO IL SUO PERCORSO DI VITA SENZA ALCUN PREAVVISO, LASCIANDOCI BASITI, MA ATTIVANDO DINAMICHE ULTERIORI, DI CUI CONTINUEREMO A VEDERE GLI EFFETTI. VI RACCONTAVO GIORNI FA DELLE MIE PASSEGGIATE VERSO BOREA, A PARIGI CON MARIO GULINELLI E A WROCLAW CON RENATO TAMMARO: E’ PER QUESTO CHE MI TORNA IN MENTE QUELLA CON PIETRO, NEL 1985, NEL VIALE DEI GLADIATORI AL FORO ITALICO, RIMEMBRANDO DEI SUOI INIZI CON L’AVIS E L’AICS E IMMAGINANDO L’ARRIVO AD UN TRAGUARDO IDEALE, CHE LO AVREBBE VISTO, DOPO TRE ANNI, PORTABANDIERA AI GIOCHI OLIMPICI DI SEOUL .