La prima volta che qualcuno mi volle ricordare la frase pronunciata da Cicerone, riferendosi agli abusi di Catilina, il motivo c’era ed era una sorta di avvertimento. Tutto sommato mi fu utile, perché corsi alle mura per difendermi e andò bene, molto bene. Non credo di essere tra pochi, ma tra tanti infiniti estimatori ed ammiratori della universale saggezza e della modernità senza tempo del grande Marco Tullio, autore di affermazioni ed aforismi che, una volta giunti a destinazione, rimangono inevitabilmente scolpiti nella mente dei destinatari, purchè in grado d’intendere. Oggi, circondato dalle memorabilia della mia ed altrui storia, nell’affrontare un’altra frazione dell’ideale staffetta, di cui ieri facevo menzione, quella tra gli umani attraverso le loro testimonianze, aggiungo, sempre di Cicerone: “Sine libris cella, sine anima corpus est. Si hortum in bybliotheca habes, deerit nihil”. Come dire, care ragazze e ragazzi, che una stanza senza libri è come un corpo senza anima e che se, accanto alla biblioteca, ci sarà un giardino, nulla ci mancherà!
Ruggero Alcanterini
Direttore responsabile de L’Eco del Litorale