Aggrediti due volte a poche ore di distanza, la seconda volta, da un gruppo di rom al pronto soccorso dell’ospedale San Camillo dove si erano fatti medicare le ferite riportate durante la prima aggressione. E’ accaduto nella tarda mattinata di Ieri quando un uomo di 42 anni, e una donna romena di 41 anni, residenti in due appartamenti di una palazzina in largo Giuseppe Veratti a Roma, zona San Paolo, hanno sorpreso un giovane di etnia rom, che senza alcuna autorizzazione, armeggiava vicino ai contatori elettrici dello stabile. La lite è degenerata in colluttazione che è terminata poco prima che arrivassero i carabinieri della stazione Roma San Paolo. I due sono stati portati al pronto soccorso del San Camillo per curare le contusioni riportate durante la lite. Poco dopo, però, nello stesso presidio sanitario è arrivato il giovane con cui avevano litigato, accompagnato da circa 25 conoscenti, tutti residenti nel campo nomadi di vicolo Savini.
Quando poco prima delle 16 la donna è stata dimessa, all’esterno del pronto soccorso è stata aggredita dal gruppo di cittadini rom, che l’hanno insultata e picchiata, mentre 5 persone dello stesso gruppo, sono entrati nel pronto soccorso, aggredendo e pestando anche l’uomo che era ancora sottoposto a cure mediche. Sul posto sono accorse le pattuglie dei carabinieri di San Paolo e Monteverde ma, all’arrivo dei militari, il gruppo si era dileguato. La donna è stata nuovamente medicata e ha avuto una prognosi di 10 giorni, mentre, per il suo vicino di casa, le cose sono andate peggio: la prognosi è stata, infatti, di 30 giorni a causa della frattura del setto nasale e di alcune costole. Il rom, invece, ha avuto una prognosi di 7 giorni per le ferite riportate nella prima lite. I carabinieri hanno inviato una informativa alla procura per lesioni personali aggravate.
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