Lungi da me l’idea di annotare qualcosa di scontato, proprio a proposito del nuovo exploit di Roberta Maresci, che dei fito-benefici è l’eloquente immagine… Certamente, per le comunità monastiche, che nell’alto e nel medio evo ebbero a che fare, anche con quelle erbe di cui ora tratta colei che da una stanza trasse meraviglie, sarebbe stato tutt’altro che imbarazzante allinearsi lungo le pareti trasudanti esoterismo della Libreria Aseq. E invece, c’eravamo noi, comuni mortali, a metabolizzare il distillato del benessere e della bellezza declinato in decine di formule ed una infinita possibilità di trasmutazioni, sino all’estremo alchemico, che ha giustamente materializzato presenze virili, laddove da sempre la luna occhieggia tra i simboli ed i manuali del Grande Oriente, che in Palazzo Giustiniani ancora aleggia. Eppure, l’altra sera si avvertiva la stessa vertigine di Domiziano, quando si aggirava tra i diciassette obelischi dedicati ad Iside , si sentiva il profumo delle donne romane sciamanti dalle tribune dello Stadio e proprio lì giungevano le dolci connotazioni dei cembali e dei flauti dall’Odeon. Ecco il perché di una preview così simbolica e propedeutica ad un ritorno alle origini, al naturale che fu di Vesta, di Livia, di Cornelia e della stessa Rea Silvia … Era destino, dunque, che la creatura di Roberta Maresci e Cindy Cilbert, IL GRANDE LIBRO DELLE ERBE MEDICINALI PER LE DONNE, si annunciasse nel triangolo magico della Roma Imperiale, con una convitata di pietra d’eccellenza, come la Papessa, Donna Olympia Maidalchini, che a Piazza Navona lasciò il suo indelebile segno , nonché l’dea che dell’erba voglio sapesse davvero cosa farsene !