Abbandonare la tenzone nel bel mezzo, lasciando soli i compagni d’avventura, qualsiasi sia la natura della intrapresa è notoriamente l’atto peggiore che si possa compiere e i romani ne hanno atavicamente bollato il significato con una rima che non lascia dubbi. La confermata partenza degli americani, sino all’ultimo uomo, dal teatro di guerra siriano e l’invito agli europei di farsi carico di ciò che resta dell’ISIS è un lampante esemplificativo del concetto. Forse è in qualche modo l’ammissione di aver sbagliato molto e di voler ricorrere ad un disimpegno, che equivale ad una ammissione di responsabilità e torti, non soltanto nella martoriata area siriana, di cui Palmira rimane simbolo di una insanabile ferita, inferta dagli alieni, da quelli che sono stati e potrebbero tornare ad essere incubo in nome dello “Stato Islamico” e per conto di mandanti tutt’altro che occulti, viste le premesse con cui sui è generato questo perverso fenomeno da laboratorio e gli sviluppi di questi giorni, che la dicono lunga sulla reale volontà e intenzioni dei burattinai. La storia degli umani si ripete, con tradimenti e guerre, come quella di Troia c’insegna…
“Mai una volta l’altare era privo della parte giusta del sacrificio,
della libagione e del fumo: ed è questo l’onore che gli Dei ebbero in sorte”.
A lui rispondeva allora la veneranda Hera dagli occhi bovini:
“Certo, tre sono le città che mi sono care:
Argo, Sparta e Micene dalle ampie strade.
Distruggile pure, quando ti diventino odiose!
Di fronte a esse io non mi metto a difesa, non mi oppongo.
Se anche rifiutassi e non te le lasciassi distruggere
nulla potrei fare: tu sei molto più forte.
Ma bisogna pure che la mia fatica non sia vana!
Anche io sono una Dea, sono della tua stessa stirpe:
e Crono dai pensieri nascosti mi ha generata per prima.
Sono degna di onore per due ragioni: per la nascita e perché
sono chiamata tua sposa e tu regni fra tutti gli immortali.
Ma sì, facciamoci queste concessioni a vicenda,
io a te e tu a me: ci verranno dietro tutti gli altri Dei
immortali. E ora, presto, comanda ad Atena
di andare sul campo della crudele battaglia tra Troiani e Achei!
E lei provveda a che i Troiani, violando i patti,
siano i primi a recare offesa agli Achei gloriosi”.
Così parlava: e acconsentì il padre degli uomini e degli Dei.
Subito ad Atena rivolgeva parole alate:
“Presto, vai al campo in mezzo ai Troiani e agli Achei,
fai in modo che i Troiani, violando i patti,
siano i primi a recare offesa agli Achei gloriosi”.
Così parlava e incitava Atena che già era ansiosa di partire.
Ruggero Alcanterini