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L’editoriale del Direttore: A MATERA, QUANDO PIOVE, PIOVE !

Cosa volete che vi dica, la mia sensazione è stata netta. Ieri pioveva ed ancora oggi piove sull’Italico Stivale. Qualcuno, forse il Padreterno, ha deciso di metterlo in ammollo, come i ceci e il baccalà, nel giorno canonico. Diciamo che non c’è salvezza, quando il giorno o la data sono appetibili, per cui se c’è una scadenza di particolare prestigio internazionale, quello è il momento di far partire avvisi, avvertimenti, tragedie, danze algoritmiche allo spread e così via. Quello è il momento giusto per innescare la reazione a catena della chimica mediatica, quella che porta ad “ottimizzare” il danno, dopo la beffa. Ma vi pare che sia possibile, pur nella discrezionalità di una istituzione nobile, che la Banca d’Italia, decaduta purtroppo al ruolo di notabile testimone senza portafogli, possa esternare una previsione catastrofica sulla crescita del proprio Paese, di cui è storico simbolo, esattamente nel momento che tutta Europa e il resto del mondo sono impegnati a capire perché dalla italiana Matera, nominata Capitale continentale e crocevia della cultura nel tempo e nello spazio, il Sud economico e sociale di Oikoumene, l’antica casa comune dei popoli mediterranei dovrebbe rinascere? Infatti, non come Europa rapita da Zeus a Tiro, né come Venere scaturita nella spuma del Mediterraneo e giunta a Cipro tra le valve di una Ciprea, ma purtroppo come frutto di albero vittima di avvelenamento, ieri ci si è presentata la cerimonia, che pur ha visto concentrarsi tra i millenari Sassi il distillato elisir della cultura popolare nazionale e intercontinentale. Ieri, sul ruminare di versi nei dialetti combinati nel crogiolo delle etnie trasmigranti, nella eco dei melanconici pensieri di Rocco Scotellaro e Carlo Levi, tra le tormentate sponde del Mare Nostrum, sull’onda coreutica , sulle ali ritmiche di danzatori e musici convenuti, partivano messaggi, come grida di dolore e di speranza, da parte del Capo dello Stato, Sergio Mattarella e dell’Esecutivo, Giuseppe Conte, mentre sempre in ossequio alla scadenza canonica i corsari barbareschi, in acque libiche, mandavano a morte per annegamento altri centodiciassette disgraziati sub sahariani. Si è trattato di una tragedia scontata, data la precarietà del mezzo , della stagione e della situazione in mare, di fatto di un avvertimento di stampo criminale. Credo che la pietà sia un sentimento indispensabile, di cui Michelangelo è stato sublime interprete, ma che soprattutto irrinunciabili siano quelli della giustizia e del coraggio di farla rispettare. Una volta, Giovanni Paolo II fece monito e minaccia della giustizia divina… Bene, noi potremmo accontentarci di usare gli strumenti della ordinaria giustizia internazionale, che punisce severamente i crimini contro l’umanità, dopo avere ridotto all’impotenza e catturato gli autori seriali di razzie, stupri e massacri, con migliaia e migliaia di vittime innocenti senza nomi, né tombe : vi risulta che qualcosa si stia interponendo alla schifosa libertà d’azione dei satrapi sanguinari, che uccidono gli innocenti e avvelenano costantemente il divenire comune di popoli e nazioni europee ed afroasiatiche? La risposta è no e che tutto quel che è avvenuto e avviene risponde soprattutto a pelosi interessi economici, con tanti saluti ad ideali e idealisti di ieri, di oggi e forse anche di domani, perché quando piove, piove e pure sul bagnato.

Ruggero Alcanterini

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