Lui fa rima con cammeo, ma si tratta altresì di un insetto/amuleto dai poteri straordinari e dalla simbologia misteriosa. Oggetto di millenarie faraoniche attenzioni da parte di noi mediterranei, coinquilini in Oikumene, affidatario di criptici o chiari messaggi per i sopravvissuti in dialogo con color che furono, “bancarellato” davanti alle piramidi, richiamato alla funzione in questa fase insulsa dell’umano divenire. Oggi, appunto, trasmutando dalla condizione umana, mi affido a lui come amuleto ed unico antidoto dell’incerto, dell’improbabile, dell’indefinibile o se preferite incredibile caos in cui siamo senza riparo piombati. Sotto, nel profondo dell’inghiottitoio, ci attende chi, insetto, degli insetti si nutre e prospera, il formicaleone. Sì, proprio un metaforico simile dello scarabeo, ma che dei simili si nutre, lo stesso che da decenni divora senza soste le nostre speranze ed il nostro futuro, ormai esclusivamente affidato alla magia del coprofago scarabeo…
“Lo scarabeo era un cuore divino capace con i suoi poteri di percepire anche l’invisibile ed era determinante nel passaggio dalla vita terrena a quella eterna perché donava alla mummia il potere di scacciare il terribile serpente Apopi ed i pericoli disseminati lungo il cammino del viaggio notturno nel mondo dei morti verso i felici Campi di Aaru.”
Ruggero Alcanterini