Nella perversa logica di tutti contro tutti e dalla confusione cavare le proprie gambe, Trump minaccia gli europei – colpevoli di scaldarsi col gas russo – di liberare strumentalmente ottocento belve “ISIS” di provenienza europea, catturate in Medioriente, ovvero di rispedirci i miliziani di casa nostra , come capitava nel Medioevo, quando i cadaveri degli appestati venivano lanciati oltre le mura degli assediati, dagli assedianti. Quella di oggi sembra una notizia originale, ma in realtà il fenomeno è in corso da anni, almeno da quando Bush senior decise per la “guerra del petrolio”, quella del Golfo, salvando Saddam, nel 1991. Erano passati tre anni dalla caduta del Muro di Berlino e le mani dei guerrafondai e degli speculatori senza remore prudevano alquanto, sino al punto di dare il via a quella che Papa Francesco ha definito la Terza Guerra Mondiale, capace di sconvolgere il Continente Africano ed i suoi equilibri etnico/religiosi/sociali/economici, scaricandone le tangibili, perverse conseguenze sul Continente Europeo. Cari amiche ed amici, si ha bel scrivere e dire del terrorista di prossimità, del lupo isolato, dei naufragi e degli sbarchi legati alla transumanza degli schiavi, dei mercanti e della criminalità che ne traggono profitto: in realtà continuiamo a farci un film degli effetti secondari, delle conseguenze vistose, ma pur sempre conseguenze di una causa non unica, ma principale, quella che si genera da sempre intorno al tema peloso, ributtante dell’avidità, da cui gli europei non sono rimasti estranei . State tranquilli, che se l’Africa fosse ancora quella delle antiche storie coloniali, oggi senza le opportunità di sfruttamento e segnatamente del petrolio, dell’oro, dei diamanti e delle terre rare nessuno sparerebbe più un colpo di fucile, strafregandosene delle questioni di politica e di religione, anzi, partecipando alle feste di compleanno dei despoti e dei dittatori, con tanti saluti a quelli morti ammazzati, come gli stessi Saddam Hussein e Muhammar Gheddafi.
Ruggero Alcanterini