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L’editoriale del Direttore: ILVA: CHE SENSO HA IL BUON SENSO?

Qualcuno ancora dubita, ma la regola del buon senso difficilmente tradisce. Dunque, inesorabilmente, siamo giunti allo show down, all’annunciato “bye bye” da parte della società franco-indiana Mittal, che ha scaricato l’acciaio incandescente dell’Ilva sul tavolo del Presidente Conte e sul groppone degli italiani. Non amo ruminare argomenti trattati da me e tanto meno dagli altri, ma questa storia della mega acciaieria, che da Taranto allunga ovunque propaggini, che avviluppa l’italico stivale e lo tiene per il tacco, merita di essere affrontata, al di la del merito. Insomma, sembra evidente che si tratta di una partita chiusa, che i “privati” di turno hanno sbattuto violentemente la porta, che da parte indiana e pure francese stiamo ricevendo altri schiaffi, che la schiena curva di Conte è anni luce distante da quella dritta di Craxi, che la dignità e la credibilità del Paese rischiano di finire sotto il tappeto stellato dell’Europa, cui dovremmo chiedere deroghe per l’eventuale aiuto di Stato. Eppure, in nome del buon senso, dovremmo chiudere la partita in modo virtuoso, denunciare il patto col diavolo, recuperare la salute dei tarantini e la vera vocazione di quel nobile territorio, chiudendo un capitolo perverso della nostra storia. Diversamente, che senso avrebbe protrarre una mefitica agonia, perpetuare una labirintica sfida con il Minotauro di turno ed aggiungere vittime innocenti alla strage già conclamata in decenni di fumo e polveri tossiche. E dei quindicimila dipendenti, delle famiglie, dell’indotto che si protende verso il nord, sino alla Liguria? Beh, cominciamo a pensare che il reddito di cittadinanza dovrebbe avere ben altro senso e funzione, che potrebbe essere una soluzione mirata per emergenze sociali vere, non piccole e non di breve durata come questa. Infine, Europa, bella ed imbelle, quella dell’ognun per se e dei calci in culo agli altri, se ci sei batti almeno un colpo !

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