Provate a mettervi nei panni di un semplice povero elettore assolutamente indipendente nel giudizio, sprovveduto e disarmato, basito e angosciato nella propria condizione di cittadino stressato, magari pensionato minimo abbandonato alla sorte sua da una ventina d’anni, senza più motivazioni ideali e tanto meno di prossimità territoriale con questo o quello, stante il dissolvimento dei partiti tradizionali e la sostanziale aleatorietà delle nuove formazioni e movimenti, il metodo di reclutamento dei rappresentanti, il caos delle regole, appunto delle leggi elettorali che, soprattutto dopo la catastrofe del 1993, hanno reso indecifrabile quel che dovrebbe essere di semplicità assoluta. Diciamo che lo sbarramento dovrebbe esserci a monte, per garantire l’attendibilità delle formazioni in lizza, ma poi dovrebbe determinarsi una regolare classifica in base ai consensi, vuoi ai partiti, vuoi ai candidati. Diversamente, formule alchemiche con bonus e sbarramenti di comodo in base al vento che tira, all’avversario da lasciare fuori, in nome della chimera “stabilità” , sono tutte carognate o se preferite porcate, come qualcuno dell’attuale minoranza definiva la formula di turno per fregare i gonzi. Le minoranze potrebbero rivelarsi poi maggioranze e viceversa, come la storia anche recente ci ha insegnato e la cifra pratica di un milione e mezzo di voti espressi (più o meno l’equivalente del 4,99 per cento degli elettori) cui negare la rappresentanza sarebbe tranciante e vessatoria, dopante di una maggioranza fittizia, alla faccia della democrazia, chiunque ne sia il beneficiario, anche per l’effetto progressivo che si va a determinare. Una volta era il Re d’Italia a nominare tutti i senatori, poi la Legge Acerbo, nel 1923, consegnò al Partito Fascista la maggioranza con premio in Parlamento e con tutte le conseguenze che sappiamo. Diciamo che il sistema attuale tende comunque sempre di più a chiudersi a riccio, stante il Presidente della Repubblica eletto, anche a maggioranza semplice, da parlamentari che in realtà non tutti rappresentano e che altre alte cariche ne sono condizionate per conseguenza, dai senatori a vita, ai presidenti di Camera e Senato, alle varie Corti, compresa la onnipotente Costituzionale, che già nel 1991 bloccò due quesiti referendari su tre sul tema del maggioritario e della preferenza unica. Infine, c’è da chiedersi perché, oltre al proliferare dei nomi di fantasia delle nuove formazioni e movimenti con profili ittici o marchi di qualità, piuttosto che tifo da stadio, la passione per la politica, il sentimento partecipativo siano in picchiata, sino a percentuali speculari alla stima dei cittadini che disertano i seggi. La risposta prevaricatrice è nei fatti, è palese, tanto quanto gli intenti dell’Uomo Forte del Mediterraneo, Recep Tayyip Erdoğan, che non ha esitato a mostrare i muscoli ed a rivelare i suoi veri interessi, quelli per l’olio di roccia, il “petroleum”, nei fondali del Mare Nostrum, giusto alla vigilia della Conferenza “pacificatoria” di Berlino.