Qualcuno osserverà che è soltanto una questione di baffi, magari da sparviero, ad unire Francesco Gabbani – ieri secondo al settantesimo Festival di Sanremo – e Fred Buscaglione, mito insuperabile negli anni de La Dolce Vita. In realtà, la gestualità, il modo di proporsi di Francesco la dicono lunga sulla sua qualità artistica, sulla sua capacità di comunicare emozioni. Il suo Viceversa è tal quale al Guarda che luna, nella sua semplice banalità. Che volete che vi dica, ho rifiutato sino all’ultimo di farmi coinvolgere dalla policroma ipertrofia sanremese, ma alla fine ho colto gli l’attimi fuggenti della conclusione in ora da night club e da lì la mia folgorazione per il giovane carrarese polivalente compositore, musicista, cantante, tal quale il vecchio torinese, passando dall’arena di Porfirio Rubirosa e dalla “pistola facile” di Fred a Tra le granite e le granate, Pappagalli e pachidermi, Viceversa di Francesco.