Il “Complesso di Adamo”, concepito e sottoscritto dagli uomini, nel senso di maschi di razza umana, il pentimento tardivo , come la mancanza preventiva del rispetto, nei confronti delle donne è la peggiore delle cose che possano capitare. Purtroppo, il radicamento del presunto primato maschile, con tutte le sue conseguenze, ha origini ancestrali di cui gli antropologi continuano a dipanare la matassa. Diversamente, nel quotidiano di una società civile occidentale, come dovrebbe essere la nostra, non sembra ci sia ancora il dovuto necessario impegno educativo, prima ancora che le attenzioni repressive ed assistenziali. Non ce la possiamo cavare soltanto con il “codice rosso”, pur apprezzabile, né esasperando lai femministi, ma affrontando senza remore riforme legislative fondamentali, rivalutando ed equilibrando realmente il rapporto tra i generi, a cominciare dai cognomi che portiamo. Se facessimo un quadro completo delle diseguaglianze, ci accorgeremmo di quanto siano siderali le distanze da colmare per riassettare il sistema. Lo stesso problema demografico, di cui siamo sofferenti, deriva dalla inadeguatezza di diritti e doveri nei confronti delle donne, uniche nel ruolo possibile di madri e di prime educatrici. Quindi, il triste, orribile ripetersi di delitti, di femminicidi, come quello ultimo di Elisa Pomarelli, quale manifestazione estrema di un fenomeno di violenza nelle diverse declinazioni, degradante e in gran parte sommerso, non può e non deve essere considerato variante della follia, ma il frutto avvelenato di una cultura sbagliata e di un sistema – che ne è condizionato – quello appunto del “Complesso di Adamo”, da cui continuiamo ad essere afflitti, uomini e donne.
Ruggero Alcanterini