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L’editoriale del Direttore: ALTO SPORT & ITALIAN STYLE

Ieri è andata in onda un’altra puntata del romanzo d’appendice relativo allo sport italiano. “Quanno a tordi, quanno a grilli…” recita un vecchio proverbio popolare romano e questo ritornellava ieri mattina nel Palazzo “H”, al Foro Italico, mentre si riunivano contemporaneamente gli stati maggiori dello sport in versione salute ed olimpica, per fare il punto sul cambiamento dopo l’ultima Legge Finanziaria e l’assegnazione a Milano/Cortina dei Giochi Invernali 2026. Nella sostanza, le medaglie sono una gioia, ma la sedentarietà degli italiani giù dal podio rappresenta un paradosso inaccettabile. Decimi nel mondo nell’alto sport e ventitreesimi in Europa per stile di vita riferito alla salute… Adesso, dopo che Rocco Sabelli e la sua squadra, con Soro, Zompetti, Romussi, Nepi Molineris e Meloni, hanno illustrato il progetto-programma di lavoro, si è capito che l’obiettivo primario e irrinunciabile è quello di cambiare spartito e musica, di trasformare gli italiani da spettatori a protagonisti attivi, di scendere dalle tribune in campo. Avremo tutto il tempo per riflettere sulla sostanza ed entrare nei dettagli rispetto a quanto rappresentato da Sport e Salute agli stakeholders invitati (e non convocati) ovvero alle Federazioni, agli Enti di Promozione, alle Benemerite ed ai Comitati Regionali CONI. Mentre sotto lo sguardo accigliato del Duce, nel Salone d’Onore, prendeva forma la nemesi dell’arcaico compromesso tra Governo e Sport, del Comitato Olimpico unico al mondo, il CONI, come concepito novantuno anni fa tra Ferretti e Turati, nella “rotonda” della Sala Giunta si confermava l’assenza annunciata del Sottosegretario Delegato allo Sport, Giorgetti, che con Valente (Sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento) era comunque nel Palazzo.

Ruggero Alcanterini

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