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L’editoriale del Direttore: AI TEMPI DELL’UMILE RAFFREDDORE NON CORONATO

“Eppur starnutisco, dunque salute! Son vivo.” Così ieri pensavamo, anche se infastiditi dai sintomi dei rituali mali stagionali, raffreddori come influenze, da smaltire al calduccio nel letto confortati da libri e tv. Adesso, ad ogni piccolo accenno, ad un vago prurito del naso, al tossire per un boccone di traverso, scatta l’allarme, il sospetto, l’angoscia per noi stessi e gli altri. “Taci, il nemico ti ascolta!” Questa frase famosa al tempo della Seconda Guerra, oggi si ripropone al contrario come : “Ascolta, il nemico tossisce!”. Infine, per non farla lunga, vi voglio proporre qualcosa sull’argomento, uno scacciapensieri di tre anni fa, quando eravano “incimurrati”, ma liberi, felici alla grande senza saperlo:
326 – IL RAFFREDDORE (6.2.17)
Se potente è lo starnuto
Altri verran dopo il saluto
Tu tossisci e pensi alla febbre
La misuri e non si direbbe
Lui non sale e pure scende
Dalla faccia sei colui che la prende
Ma ormai di buonora
Sei di nuovo giusto in prova
Se il giornale vuole uscire
Tu hai già detto quel che avevi da dire
Or ti manca la magna scheda
Per chi conduce e se ne frega
Dal convegno al congressone
Dalla conferenza al gran premione
L’avvocato vuole il suo
Tu vorresti anche il tuo
E i casini con badante
Quel che gravita costante
Or mi prendo dica lei
Il solubilis mercurius con aglium alla cepa
Oki e aspirine al chi se ne frega
Metto al naso non l’anello
Ma inalo questo e quello
Se lui goccia io lo stagno
Se si tappa poi lo bagno
Faldoni e libri poverini
Piangon in coro l’Alcanterini
Ma se la musica vuoi rara
Allora pensa all’Alcantara
Il computer è pur bloccato
E Yahoo ti da malato
Niente arriva niente parte
Ma io infilo le vecchie scarpe
Metto l’ali di Mercurio
Dal termometro un delirio
E la vita viene e va
Se a cavallo non si sa!

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