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Le proposte di Conflavoro PMI per rilanciare il lavoro

Riforma dei contratti collettivi, formazione professionalizzante, salario minimo garantito, aumento del potere d’acquisto dei lavoratori. Sono queste le principali proposte contenute nel manifesto di intenti dell’associazione datoriale Conflavoro PMI, presieduta da Roberto Capobianco.

Le proposte, orientate a sviluppare appieno le potenzialità delle aziende e dei loro collaboratori, sono state presentate questa mattina (11 maggio) a Roma durante il forum ‘Contrattazione e lavoro: la libertà associativa e sindacale nel XXI secolo’. Un evento al quale hanno partecipato come relatori, tra gli altri, il professor Tiziano Treu, presidente del Cnel e Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale della Confsal.

Ospiti anche l’onorevole Alfonso Bonafede del Movimento 5 Stelle e la senatrice Annamaria Parente del PD. Il primo, in particolare, si è detto molto vicino a Conflavoro PMI: “Molto importante il ruolo di questa associazione datoriale e del suo presidente Roberto Capobianco nel rappresentare gli interessi di imprese e lavoratori. Paragono spesso la crescita di due giovani realtà come Conflavoro PMI e Movimento 5 Stelle”.

Formazione e sviluppo della persona – Conflavoro PMI spinge anzitutto per la riforma dei centri per l’impiego attraverso la creazione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione e lo sviluppo. L’ente non sarà soltanto un punto di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Avrà, infatti, anche il compito di analizzare i fabbisogni delle aziende e di formare adeguatamente, in collaborazione con gli istituti scolastici, le università e le imprese, le nuove generazioni alle richieste del mercato. Dovrà, in definitiva, sostenere e promuovere la massima occupazione di tutti i lavoratori attraverso un percorso di qualificazione professionalizzante.

Salario minimo e maggior potere d’acquisto per i lavoratori – Un altro punto focale del manifesto di Conflavoro PMI è il raggiungimento di un maggior potere d’acquisto per i lavoratori, attraverso una riduzione del cuneo fiscale e previdenziale sul costo del lavoro, per rendere attrattivo il territorio italiano nella competizione internazionale. “Il benessere e la dignità della persona devono essere centrali nella società. Noi – evidenzia il presidente Roberto Capobianco – spingiamo inoltre per l’introduzione del salario minimo così come previsto dall’articolo 36 della Costituzione. Si tratta di un impegno oggi preso anche dalle principali forze politiche italiane: la sua assenza causa dumping contrattuale e contrasti tra aziende e lavoratori, dunque va messo in atto al più presto. Garantirebbe, oltretutto, un’iniezione di fiducia nelle famiglie e nei nostri tanti giovani costretti a scappare all’estero”.

Riforma della contrattazione collettiva – L’obiettivo finale da raggiungere per migliorare il sistema del lavoro, in ogni caso, secondo Conflavoro PMI è la riforma delle norme che regolano la contrattazione collettiva. “E’ essenziale valorizzare l’autonomia privata del tessuto imprenditoriale e dei lavoratori”, sottolinea il presidente Capobianco. “Ogni azienda è una realtà a sé stante e deve poter concludere accordi collettivi aziendali per occuparsi in prima linea dei principali aspetti della relazione lavorativa. In particolare nei capitoli inerenti alla retribuzione, agli orari e all’organizzazione del lavoro stesso, così da avere la possibilità di anticipare e di adattarsi alle evoluzioni al rialzo o al ribasso del mercato”.

Al forum di Conflavoro PMI hanno partecipato, in qualità di relatori, anche il professor Riccardo Del Punta dell’università di Firenze e l’avvocato Evangelista Basile dello Studio Ichino-Brugnatelli. Con loro il consulente del lavoro Luca Caratti, Bruno Mariani segretario generale della Fesica Confsal e Maurizio Centra direttore scientifico del Gruppo Area Lavoro dell’ordine dei commercialisti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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