fbpx

Lazio-Roma, tensione altissima: scene di guerriglia prima del derby

Prima di Lazio-Roma è accaduto il caos in città: scontri tra tifosi delle due tifoserie e gli agenti di polizia, numerosi feriti

Scontri Lazio-Roma prima del Derby
Lazio-Roma, tensione altissima: scene di guerriglia prima del derby (Ansa Foto) – lecodellitorale

Il derby tra Lazio e Roma è, da sempre, una delle partite più sentite e accese del calcio italiano. Ma quello andato in scena domenica 13 aprile non è stato solo un evento sportivo: le strade intorno allo stadio Olimpico si sono trasformate in un vero e proprio campo di battaglia.

I primi segnali di tensione sono arrivati già nel primo pomeriggio, con gruppi di tifosi pronti allo scontro e forze dell’ordine in stato di allerta. In zona Ponte Milvio, via Pinturicchio e piazza Mancini si sono verificati momenti di forte tensione: lanci di oggetti, petardi, cassonetti rovesciati, auto danneggiate.

Un gruppo di circa 500 ultras romanisti, a volto coperto e armati di bastoni, ha tentato di raggiungere i tifosi laziali, forzando il cordone della polizia all’altezza di piazza Cardinal Consalvi.

Contemporaneamente, un gruppo di laziali ha provato a muoversi verso l’area giallorossa. Le forze dell’ordine hanno risposto con cariche e utilizzo dell’idrante. Il risultato? 13 agenti feriti, locali danneggiati, strade trasformate in barricate improvvisate. Un residente ha accusato un malore a causa dei fumogeni ed è stato soccorso sul posto.

Lazio-Roma: provocazioni, tensione e scontri organizzati

Già dalla mattina erano comparse provocazioni sui social, con tifosi laziali che prendevano in giro i rivali con striscioni come “Curva Sud made in Bangladesh” e frasi ironiche del tipo “Per favore, venite voi a caricare?”. Il tutto accompagnato da foto davanti all’obelisco di Ponte Milvio, lo stesso punto dove sono poi avvenuti gli scontri più gravi. Non è mancata la risposta romanista, sempre nello stesso luogo simbolico.

Scontro tifosi polizia
Lazio-Roma: provocazioni, tensione e scontri organizzati (Ansa Foto) – lecodellitorale

La tensione è esplosa poco dopo le 17: una guerriglia urbana in piena regola. I tifosi hanno usato cassonetti e monopattini come barricate, lanciato bottiglie prese dalle campane del vetro, rovesciato tavolini e sedie dei bar. Alcune famiglie con bambini si sono rifugiate in locali e pizzerie della zona, terrorizzate. Gli autobus sono stati deviati o bloccati, e Ponte Milvio si è ritrovato a essere l’epicentro di una battaglia.

Solo dopo le 18 la situazione ha cominciato a rientrare, ma il clima è rimasto teso. Lungo la Farnesina, gruppi di ultrà laziali si sono diretti verso la Curva Nord facendo esplodere petardi lungo il tragitto. La zona circostante allo stadio, già blindata da ore, è stata presidiata in ogni angolo dalle forze dell’ordine.

Una città blindata, ma non basta

Il piano di sicurezza era stato studiato nei minimi dettagli: zona gialla per i tifosi romanisti (ingressi da ponte Duca d’Aosta e ponte della Musica), zona blu per i laziali (ponte Milvio). Ma la mappa dei divieti e delle chiusure, con una maxi area pedonale che comprendeva viale dei Giusti, piazza Mancini, viale Tor di Quinto, lungotevere Oberdan e altre vie nevralgiche, non è bastata.

Già dalle 8 del mattino erano stati rimossi tutti i veicoli in sosta nelle zone sensibili. Eppure, i controlli non sono riusciti a prevenire il peggio. Durante le perquisizioni, sono stati sequestrati diversi bastoni. Ma il caos esploso nelle ore successive ha mostrato, ancora una volta, quanto sia difficile contenere una rivalità così feroce.

La domanda resta: è possibile vivere una rivalità così accesa senza che la città venga ogni volta travolta dal caos? Forse è arrivato il momento di rivedere non solo i piani di sicurezza, ma anche l’approccio culturale a un evento che, troppo spesso, finisce per parlare più di violenza che di calcio.

Gestione cookie