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Lazio, con la riforma del diritto allo studio più servizi agli studenti e risparmio annuo di 500mila euro

Introduzione del concetto di promozione della conoscenza, intesa come strumento di inclusione sociale e diritto di cittadinanza; ampliamento dei servizi offerti agli studenti; agevolazione degli spostamenti dei pendolari; tutela dei cosiddetti “ibridi studentesco-lavorativi”, come ad esempio gli specializzandi; un risparmio di 500mila euro ogni anno.
Sono alcune delle misure inserite nella nuova legge sul diritto allo studio, approvata dal Consiglio regionale del Lazio con 34 voti favorevoli e 12 astenuti.
Si tratta di una vera e propria riforma del settore, che razionalizza la spesa pubblica, aumenta opportunità, servizi, progetti e agevolazioni per gli studenti e punta, tra l’altro, a contrastare la dispersione universitaria, grazie anche alla concessione di contributi per le fasce di reddito medio basse.

Molte le novità
La legge prevede innanzitutto la sostituzione di Laziodisu con il nuovo Ente regionale per il diritto allo studio e la promozione della conoscenza (Di.S.Co.), che sarà composto dal Presidente del Consiglio di amministrazione (nominato con avviso pubblico dal Presidente della Regione, resta in carica per tre anni), da un Cda formato da 5 membri e da una Consulta regionale per il diritto allo studio (in tutto 21 membri, eletti in concomitanza con l’elezione del Consiglio nazionale degli studenti universitari, Cnsu).

Il riassetto della governance, secondo la Regione Lazio, comporterà oltre ad una maggiore efficienza rispetto a Laziodisu anche un risparmio annuo di circa 500mila euro. “Si passerà – spiega una nota della Regione – da tredici a sei figure nella governance centrale e da 38 a soli tre dirigenti interni in quella periferica”. Spariscono, inoltre, le cinque Adisu territoriali, sostituite da tre presìdi territoriali: Lazio settentrionale (Viterbo), Roma Città Metropolitana e Lazio meridionale (Cassino).

Tra gli obiettivi annunciati quello di un potenziamento del raccordo tra università, formazione e inserimento lavorativo, con un’attenzione in più nei riguardi della popolazione “post-lauream”, che godrà dell’istituzione di un apposito fondo di sostegno dedicato, ma anche dottorandi senza borsa, chi svolge tirocinio formativo attivo e specializzandi potranno usufruire di una più larga tutela delle esigenze e ascolto delle loro problematiche.
Non va dimenticato il sostegno – passato all’unanimità in Aula consiliare – agli studenti detenuti, che sarà reso operativo attraverso la collaborazione con tutti gli istituti competenti.
Il nuovo provvedimento va poi in aiuto a chi si sposta quotidianamente dal Comune dove ha sede l’ateneo a quello limitrofo; sostiene attività di socialità promosse e autogestite dagli studenti; offre la garanzia agli studenti fuori sede di poter disporre di servizi sanitari di medicina preventiva, assistenza psicologica e consultori; supporta l’orientamento sui percorsi di formazione.
Il Consiglio regionale ha anche approvato un ordine del giorno, presentato da vari consiglieri e illustrato da Roberta Lombardi (M5s), che impegna la Giunta a promuovere forme di agevolazione alla fruizione dei servizi del sistema del trasporto pubblico urbano ed extraurbano e per l’accesso agli asili nido per i figli degli studenti e dei cittadini in formazione.

Massimiliano Smeriglio

I commenti
L’approvazione della legge sul diritto allo studio e alla conoscenza è un risultato eccezionale per il Lazio” commenta il presidente Nicola Zingaretti, “l’esempio concreto di come si possa governare senza ostilità“.
Una maggioranza amplissima e nessun voto contrario: questo significa che abbiamo prodotto un testo largamente condiviso” sottolinea il vicepresidente con delega alla Formazione, diritto allo studio, università e ricerca Massimiliano Smeriglio, che aggiunge: “Tra le misure che puntano a rimuovere gli ostacoli che limitano l’accesso all’istruzione, è prevista la tutela del diritto alla genitorialità per far sì che non debba interrompere il percorso di studio chi si trova ad aspettare un figlio. Garantire a tutti il diritto allo studio non solo è previsto dalla Costituzione, ma è fondamentale per un Paese perché elemento imprescindibile per la crescita e lo sviluppo del Paese stesso, della sua società, della sua economia“.

Secondo il capogruppo regionale di Noi con l’Italia, Massimiliano Maselli, invece, “la legge di riforma del diritto allo studio presenta più ombre che luci. Per questo al momento del voto il gruppo consiliare di Noi con l’Italia si è astenuto. L’aspetto positivo della legge è che la governance del nuovo ente regionale che andrà a sostituire Laziodisu sarà più snella, più funzionale e meno dispendiosa. Si cancella così finalmente un impianto elefantiaco, creato 10 anni fa dalla Giunta Marrazzo e da sempre criticato dal centrodestra. Meglio tardi che mai. L’aspetto negativo della legge – continua Maselli – sono invece le poche risorse stanziate che, per di più, dovrebbero coprire un’ampia piattaforma di servizi, invece di concentrarsi su quelli essenziali. Data l’assenza totale del principio di sussidiarietà il voto di astensione è una sospensione del giudizio sulla legge, auspicando che la Giunta possa portare avanti una gestione che garantisca il massimo della qualità nei servizi da erogare agli studenti, coinvolgendo anche i privati nel rispetto delle regole“.

A.D.A.

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