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Lavoratore Enel ucciso dall’amianto

Lavoratore Enel tra le vittime amianto siciliane

Fissata per il prossimo 22 marzo l’udienza preliminare presso il Tribunale di Termini Imerese. Appuntamento segnato sul calendario per il prossimo 22 marzo. Data di rinvio a giudizio dei dirigenti Enel di Palermo chiesto dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese. La richiesta avanza in relazione alla morte di un dipendente presso la centrale termoelettrica Enel di Termini Imerese.

La storia del lavoratore Enel

L’ex lavoratore Enel, in servizio dall’ottobre 1970 al dicembre 1983, è deceduto per mesotelioma maligno epitelioide. La vittima è stata esposta ad amianto durante l’anzidetto periodo lavorativo.

La vedova e gli orfani della vittima di amianto, tutti assistiti e difesi dall’avv. Ezio Bonanni, si costituiranno parte civile per chiedere il risarcimento dei danni, secondo gli artt. 4, 19, 21, D.P.R. 19 marzo 1956, n. 303 e dell’art. 2087 c.c..

Come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, l’operaio durante lo svolgimento delle ordinarie mansioni lavorative, è stato esposto a polveri e fibre di amianto in assenza di strumenti di prevenzione tecnica e protezione individuale. Per tali ragioni, dunque, sussistono i presupposti per chiedere il risarcimento del danno e per avere giustizia.

L’impegno dell’Osservatorio Nazionale Amianto per le vittime

L’Osservatorio Nazionale Amianto si costituirà parte civile per sostenere i famigliari della vittima, è solo uno dei tanti casi di decesso per mesotelioma in Sicilia.

«Questo non è un caso isolato: in tutta la Sicilia è stato fatto uso di amianto e quindi sono numerosissimi i casi di decesso e purtroppo il picco ci sarà nei prossimi anni. È per questi motivi che l’ONA ha chiesto al più presto l’istituzione del centro di riferimento per la diagnosi, terapia e cura di queste malattie presso l’ospedale Muscatello di Augusta, come imposto dall’art. 8 della legge regionale 10 del 2014, purtroppo non attuata, come già denunciato dall’ONA». Dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA e legale dei famigliari della vittima.

A fare eco alle richieste del Presidente dell’ONA è Calogero Vicario, coordinatore ONA Sicilia, che insiste «affinché la Regione attrezzi e doti l’ospedale di Augusta di tutti gli strumenti professionali, tecnici e finanziari per rendere operativa la terapia e cura delle patologie asbesto correlate in Sicilia, nel rispetto dell’art. 8 della legge 10 del 2014. Come ONA abbiamo già citato in giudizio la Regione per i danni provocati per il ritardo nell’istituzione del centro regionale per la prevenzione, terapia e cura di queste patologie».

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