La Polizia di Stato esegue 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 2 agli arresti domiciliari
Nella giornata di ieri, agenti della Polizia di Stato del commissariato Esposizione, in collaborazione con il Reparto Prevenzione Crimine Lazio, hanno dato esecuzione a cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere e due agli arresti domiciliari smantellando, di fatto, una agguerrita organizzazione criminale in grado di smerciare notevoli quantitativi di stupefacenti.
L’indagine è partita nel 2016, quando la squadra investigativa del commissariato, diretto da Filiberto Mastrapasqua, ha comunicato alla Procura della Repubblica di Roma che al IX ponte del quartiere Laurentino 38, precisamente in via Baudelaire alcune persone, appartenenti ad una nota famiglia malavitosa, avevano avviato una importante piazza di spaccio di cocaina.
Nonostante le caratteristiche ambientali della zona e la presenza di vedette rendessero difficile il lavoro di appostamento, gli agenti, tramite riprese video ad alta definizione, riuscivano ad immortalare e ad arrestare i clienti che si rifornivano dalla famiglia anzidetta, rivendendo a loro volta gli ingenti quantitativi acquistati.
Ma l’indagine è andata ben oltre. Grazie ad un’ attività tecnica consistente in intercettazioni telefoniche, gli investigatori sono riusciti anche a scoprire il nome della persona dalla quale la nota famiglia si approvvigionava, un cittadino romano poco più che trentenne.
A far chiudere il cerchio intorno a G.O., un messaggio nel quale si menzionava chiaramente il nome del trafficante, talmente accorto da disfarsi, dopo tale telefonata, del proprio telefono cellulare, temendo di poter essere intercettato.
Nel corso dell’indagine, gli investigatori hanno sequestrato a più riprese 71 panetti di hashish, 1 kg di cocaina e 160 involucri della stessa sostanza.
Al termine dell’operazione, nonostante la “famiglia” avesse creato con la loro forza intimidatrice, fatta di aggressioni e minacce, una sorta di muro di omertà tra gli abitanti del quartiere, G.E, 54 anni, G.F., 26 anni, N.P., 39 anni, G.O., 31 anni, e G.V., 53 anni, sono finiti in carcere mentre per G.G., 30 anni e T.T.M., 24anni, è stata disposta la misura degli arresti domiciliari.
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