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Latina, Servizio rifiuti: approvato dalla Commissione il PEF 2018

Impegno inferiore rispetto al Piano dello scorso anno. Lessio chiarisce l’adeguamento della Tari

Non ha alcun riferimento al calo della percentuale di raccolta differenziata registrato alla fine dello scorso anno l’adeguamento della TARI (circa 500mila euro) che verrà portato in Consiglio Comunale per l’approvazione del Bilancio di previsione finanziaria 2018-2010. L’adeguamento è determinato da un recente provvedimento della Provincia, che era del tutto inatteso dal Comune di Latina e che risulta causato da una evidente discordanza di dati tra i due enti. A scanso di equivoci la Giunta comunale ha comunque deciso di inserire la relativa voce di costo nella delibera per la TARI 2018, ma l’esito, come spiegato nella Commissione Ambiente odierna, è tutt’altro che scontato.

 

Nemmeno è vero che il PEF (Piano Economico Finanziario) del 2018 per il servizio di igiene urbana è aumentato rispetto al 2017. Lo strumento di programmazione approvato stamattina in Commissione, seppure con una cifra di piccola entità, è inferiore a quello approvato in Consiglio lo scorso anno con i soli voti di LBC.

Altrettanto non veritiera è l’affermazione in base alla quale l’adeguamento della TARI (tariffa che si basa in gran parte sul PEF dei rifiuti) sarebbe causato dal Piano Programma e dal Contratto di servizio stipulato con ABC: la cifra indicata dal PEF, che risulta anche perfettamente in linea con quanto programmato con la delibera di Consiglio comunale n. 70 dell’8/08/2017, è identica al centesimo a quella contenuta nel Contratto di servizio che ha avviato l’attività di ABC.

 

Con un Decreto Presidenziale firmato il 31 gennaio scorso dal Vice Presidente della Provincia Giovanni Bernasconi è stato adeguato il “tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente” per l’anno 2018; un tributo istituito con la legge finanziaria del 1993 e che prevede un’aliquota a carico dei Comuni che va da un minimo dell’1% ad un massimo del 5%. La base imponibile è data dalla superficie determinata dai Comuni ai fini del calcolo della tassa per lo smaltimento dei rifiuti (oggi TARI). La Provincia ha quindi stabilito meno di tre settimane fa, per l’anno in corso, le fasce percentuali di raccolta differenziata a cui applicare l’aliquota tributaria. Lo ha fatto però sulla base delle risultanze dell’anno 2016 e non del 2017.

E’ stato deciso così che tutti i Comuni che alla data del 31/12/2016 erano sotto il 30% di differenziata dovrebbero pagare il 5% di aliquota nel 2018 (contro il 3% precedente), quelli che erano tra il 30 e il 50% si vedrebbero applicata l’aliquota del 3%, quelli che vanno dal 50 al 60% pagherebbero il 2%, mentre quelli dove la raccolta differenziata era oltre il 60% si vedrebbero applicata l’aliquota minima dell’1%.

Il condizionale è d’obbligo. In primo luogo perché la percentuale di raccolta differenziata per il 2016 del Comune di Latina, così come determinato nel PEF dello scorso anno, era del 30,5%: quindi superiore al parametro stabilito dalla Provincia. In secondo luogo perché un atto politico-amministrativo del genere non può essere stabilito in tempi diversi rispetto alla legge (il tributo va determinato entro il mese di ottobre dell’anno precedente rispetto a quello in cui si applica).

 

In terzo luogo perché è stato assunto da un Ufficio, quello di Vice Presidente della Provincia, mentre la medesima legge (art. 19 del D.Lgs. del 30 dicembre 1992, n. 504, comma 3) stabilisce che l’adeguamento del tributo debba essere approvato dalla Giunta provinciale.

 

La vicenda resta aperta. L’Amministrazione comunale promuoverà nei prossimi giorni degli incontri per dipanare l’intricata faccenda.

 

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