“La Asl di Latina non ha ancora vaccinato gli operatori sanitari del campo psichiatrico e questo comporta dei rischi gravissimi per lavoratori e per gli utenti delle strutture che si occupano di assistenza e riabilitazione di pazienti con disagio psichico”. A denunciarlo in una nota è la Fenascop Lazio, associazione che rappresenta a livello nazionale e regionale le comunità che si occupano di riabilitazione psichiatrica extra ospedaliera per adulti e minori (S.R.T.R.e. – S.R.S.R h 24 e h 12).
“Nel piano vaccinale della Regione Lazio è scritto che tutti gli operatori sanitari dovevano essere vaccinati entro febbraio, cosa che nella provincia di Latina è stata totalmente disattesa, nonostante le rassicurazioni ricevute dai referenti Asl. Si tratta quindi di una gravissima inadempienza che dimostra ancora una volta la mancanza di attenzione per un comparto già messo in ginocchio dall’assenza di ristori e sostegno da parte della regione Lazio”, afferma la presidente della federazione Lazio, Paola Marchetti.
“Oltre al tema dei vaccini resta in piedi l’altro grave problema della compartecipazione. A seguito di una sentenza del Consiglio di Stato del 2019 che ha annullato alcune disposizioni di legge – osserva la presidente di Fenascop Lazio – le strutture che si occupano di disagio psichiatrico stanno ricevendo le richieste di rimborso delle quote di compartecipazione socio sanitaria per gli anni 2017/2019 da parte dei familiari dei pazienti, in alcuni casi anche attraverso diffide legali, che chiedono di riavere indietro quanto previsto dalla normativa, poi annullata dalla sentenza. Tutto questo determina un clima di incertezza e di possibili contenziosi legali, che rischiano di fiaccare ulteriormente la tenuta e la resistenza delle nostre strutture, già indebolite dai ritardi nei pagamenti, dai mancati ristori per l’obbligo di tampone e dalle conseguenze della sentenza del Consiglio di Stato”.
Lo comunica in una nota l’Ufficio Stampa di Fenascop Lazio.