Il Sindaco Coletta alla cerimonia a Priverno: «Attraverso il riutilizzo sociale l’area torna ad essere patrimonio comune»
Si è svolta questa mattina a Priverno, presso l’Isiss Teodosio Rossi, la cerimonia di consegna a tre comuni pontini e ad altrettanti istituti scolastici della provincia, dei terreni confiscati alle mafie e destinati a diventare laboratori didattici frequentati dagli studenti impegnati nei percorsi di alternanza scuola-lavoro.
All’evento hanno preso parte i Sindaci dei Comuni interessati dal progetto, promosso dalla Regione Lazio attraverso l’Osservatorio per la Sicurezza e Legalità: Damiano Coletta per il Comune di Latina, accompagnato dal Vicesindaco Maria Paola Briganti; Anna Maria Bilancia, Sindaco di Priverno e dirigente scolastica del Teodosio Rossi; Salvatore Vento, Primo cittadino di Spigno Saturnia. Con loro anche i dirigenti scolastici degli altri due istituti coinvolti nell’iniziativa: Vincenzo Lifranchi per il San Benedetto di Borgo Piave e Lidia Cardi del comprensivo Itri.
Con delibera di giunta n. 533 del 30 novembre scorso il Comune di Latina, nell’ambito di una convenzione sottoscritta con la Regione e l’Istituto Agrario San Benedetto, ha accettato il progetto presentato dall’istituto per la riqualificazione e l’uso a scopo sociale dell’area verde sita in Via Goya. Il terreno, dell’estensione di un ettaro, era di proprietà di un noto esponente di una famiglia rom stanziale a Latina ed è stato confiscato nel 2010 per poi essere consegnato alla Regione. Con la firma della convenzione, avvenuta ufficialmente oggi, l’uso del bene è stato concesso all’Amministrazione Comunale e al San Benedetto. I ragazzi dell’istituto lo trasformeranno in un orto sociale nell’ambito delle attività di alternanza scuola-lavoro. Per la bonifica dell’area e il suo riutilizzo la Regione metterà a disposizione un contributo economico pari a 50mila euro.
«Il progetto che ci riguarda – ha sottolineato il Sindaco Coletta nel suo intervento – ha un enorme valore: consente di trasformare un bene simbolo del potere criminale sul territorio da intoccabile a bene comune. La nostra regione è la sesta in Italia per beni confiscati alle mafie» ha ricordato il Primo cittadino citando i dati diffusi dall’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità che parlano di 1270 beni immobili sottratti alla criminalità organizzata, circa 400 in provincia di Latina. «Questi numeri ci confermano il radicamento delle mafie nel Lazio e l’importanza che l’impegno nel contrasto alla criminalità organizzata sia costante. Sono dati che chiamano le istituzioni, a tutti i livelli, a porre al centro delle proprie agende di governo il tema del rilancio del riutilizzo sociale dei beni confiscati e quello della lotta alle mafie che ci vede tutti protagonisti. Oggi siamo qui perché un’iniziativa concreta in tal senso è stata avviata, con un progetto che coinvolge il mondo della scuola, che ritengo essere il terreno più fertile in cui coltivare e far crescere la cultura della legalità. La promozione del riutilizzo dei beni strappati alle mafie è un modo resiliente di fare comunità e contribuire alla lotta al crimine attraverso la partecipazione. Il mio ringraziamento va alla Regione e all’Osservatorio che ci fanno entrare in un circuito virtuoso, direi “risarcitorio” nei confronti della nostra città che può riprendersi ciò che le ha sottratto la criminalità organizzata».