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L’addio di Obama a Chicago, il pittore Guadagnuolo lo omaggia con una grande mostra

L’ultimo discorso del Presidente Obama: “ Abbiamo lasciato un’America migliore” pronunciando, in vista del futuro degli Stati Uniti d’America, queste parole a Chicago la città dalla quale prese il via la sua vicenda politica presidenziale con l’ottimismo e la speranza che ha avviato il cammino al primo Presidente di colore degli Stati Uniti e così con lo stesso ottimismo ha chiuso il suo discorso con la fatidica frase “Yes we can!”.

La mostra che omaggia il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che lascia dopo otto anni, la Presidenza americana è del pittore Francesco Guadagnuolo.

Si tratta dell’annuncio di una grande mostra itinerante che propone oltre 50 opere di Guadagnuolo dedicate alla Presidenza Obama, in particolare alla cultura della Pace e della solidarietà, accompagnate dai versi del poeta Vito Riviello.

Guadagnuolo, artista di grosso spessore internazionale, opera tra Roma, Parigi e New York, da sempre sensibile alla Pace nel mondo, un argomento a lui molto caro, così da essere insignito nel 2010 dal titolo di Ambasciatore di Pace dell’Universal Peace Federation – ONG accreditata con “Special Consultative Status” presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite, dandone sempre dimostrazione nel sostenerla attraverso le sue opere tra cui l’opera “Il Debito Estero”- verso una nuova solidarietà, esposta permanentemente nella prestigiosa Sala dell’Ecosoc al Palazzo dell’ONU di New York, e “Pace in Terra Santa” nata da un incontro con il Presidente Yasser Arafat in Palestina ed inoltre con la sua cartella alla Pace, dedicata a “San Francesco e i giovani” vuole sensibilizzare particolarmente le nuove generazioni, che tutti auspicano potranno erigere le basi di un mondo migliore per una convivenza pacifica in tutti i credi religiosi.

Oggi l’artista, che conosce gli Stati Uniti per i suoi continui soggiorni, in questa mostra dedicata al Presidente Obama, propone una rassegna che descrive la vita americana dopo il tragico 11 Settembre 2001 con tutte le sue icone e i suoi simboli.

“Sono passati sedici anni da quel tragico evento che ha portato guerre, distruzioni e crisi economica – commenta l’artista – spero che ci sia un cambiamento di rotta e alla cultura della morte possa essere sostituita la cultura della vita. Solo così il genere umano potrà essere salvato. A questo, spero che si aggiunga la cultura per la difesa ambientale perché è un altro reale pericolo al quale l’umanità deve porre veri e seri rimedi”.

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