Credo che Emilio Salgari non si sarebbe fatto sfuggire uno spunto straordinario, come quello offerto dalla vicenda Gheddafi – Sarkozy. Ma vi rendete conto che il proditorio attacco aereo del Presidente francese nel 2011 ha cambiato la storia del mondo e soprattutto la nostra per un presunto sgarro subito da Muammar Gheddafi: si dice per via di un mancato acquisto di armamenti per tre miliardi e fischia di euro. In effetti, andare platealmente d’accordo, condividere le gioie dell’Eliseo, per quattro anni, dopo aver avuto sostegni tangibili in campagna elettorale (almeno cinque milioni in contanti dei cinquanta stanziati dal Rais, con tanti saluti alla povera Segolene Royal, battuta nella corsa alla Presidenza) e poi affondare il pugnale nella schiena del proprio benefattore non è proprio il massimo, anche se del cinismo dei “cesari” è piena la storia. Quando fu trucidato, alla periferia della sua città, Sirte, il Rais, sbudellato sul cofano di una macchina e mostrato come orrido trofeo dai suoi feroci compatrioti, io il 20 di ottobre mi trovavo a Parigi per il Congresso dell’International Sport and Culture Association, sofferente in una camera di albergo, per via di un volvolo che mi voleva morto e mi avrebbe tormentato sino al 2013. Mi ricordo benissimo lo stupore del mondo nell’impattare in tv quella maschera di sangue , quell’immagine del dittatore finito come Mussolini e Ceausescu, ridotto in poltiglia da quelli che sino al giorno prima sarebbero fuggiti solo a sentirne pronunciare il nome. Altro che primavera araba, quell’episodio fu il caposaldo di una manovra disastrosa, l’ennesima di cui dovremmo chiedere il conto insieme alle migliaia di morti ingenerate in questi anni. Sarkozy è stato messo sotto accura nel febbraio 2017 rinviato a giudizio in questi giorni per aver consapevolmente sforato il tetto delle spese per la campagna del 2007 e percepito finanziamenti illegali dalla Libia. La vicenda coinvolge altre 13 personalità ed è nota come “affaire Bygmalion”, dal nome della società di comunicazione Bygmalion, che ha emesso a suo tempo fatture false a carico del partito di Sarkozy, l’Ump (Unione per un movimento popolare). Messo in stato di fermo dalla magistratura francese, Nicolas si è difeso dicendo che non esistono prove, estratti conto, etc. Nel 2011, Gheddafi ebbe a dire : “: «Un grave segreto provocherà la caduta di Sarkozy”. Adesso, il fantasma del Rais ha replicato con testimoni, che 5 milioni in bigliettoni li avevano consegnati tramite il faccendiere Ziad Takieddine , preannunciando una ulteriore pioggia di documenti salvati dal bombardamento dei “Mirage”. Al contempo un confidente mediatore si è lasciato scappare che il Presidente si era irritato per una mancata fornitura di armi per tre miliardi e avrebbe detto, riferendosi a Muammar, “Sono stato preso per il c…”. Come ricorderete, Sarkozy il 19 marzo del 2011 prese il tempo a tutti e si trascinò poi dietro inglesi, americani, etc. compreso un riluttante Governo italiano con a capo Berlusconi. Nella confusione generale, nel delirio da macelleria, qualcuno recuperò la pistola d’oro, ma la torta fatta di 143 tonnellate del prezioso gold, nonché argento e diamanti scomparvero in un gran polverone, come era già capitato con l’oro di Dongo e altri bottini nella storia lontana e recente . Infine, se proprio la dobbiamo dire tutta, il danno per noi, principali beneficiari del petrolio e gas libico con ENI, il danno è stato doppio, alla faccia dei liberatori pelosi e degli ingenui protagonisti di una primavera che si sarebbe trasformata in inferno.
Ruggero Alcanterini
Direttore responsabile de L’Eco del Litorale