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LA STRAORDINARIA STORIA DELL’ISCA

30 GIUGNO 2018
All’origine della straordinaria storia dell’International Sport and Culture Association (ISCA) ci fu un episodio di mancata sinergia tra la francese FFGV e la danese DGI, con uno scontro al calor bianco in quel di Parigi nel 1993. In quella occasione io, Pino Bendandi per la US ACLI e Rafel Niubo per la catalana UBAE preferimmo separare i contendenti sulla ipotesi di una unica nuova associazione e ci orientammo su due dalle ragioni sociali diverse (sport e cultura e sport e salute) che poi si sarebbero materializzate in ISCA e CESS (Confederation Europenne Sport Santè). Dopo qualche mese, fu Holger Vestergaard, responsabile per le relazioni internazionali della Danish Gymnastik Histadrut (DGI) a venire in missione “segreta” a Roma, nel marzo del 1994, per propormi la partecipazione ad un summit nell’Isola di Svendborg a luglio , in occasione del Festival Internazionale, LANDSTAEVNE della DGI. Si trattava di dare forma, sostanza e vita all’idea danese di una nuova organizzazione internazionale di sport per tutti… Io fui presente insieme ad una folla gioiosa di partecipanti, almeno centomila e nel Valdemaro Castle proposi la costituzione della International Sport and Culture Association (ISCA)assumendone un anno più tardi la vicepresidenza. Quando nel 2005, nel Centro di Papendal, in Olanda, con l’intervento del Primo Ministro, si festeggiò il decennale dell’ISCA, ormai consolidata in rete con settanta paesi e centoventi associazioni nazionali, Holger Vestergaard, Anders Bulow e l’attuale Presidente Mogens Kirkeby mi chiesero di svelare il significato del logo – sempre inventato da me – spiegai che quei cinque triangoli erano semplicemente una risposta “pitagorica” alla soluzione “archimedea” adottata dal CIO con i cinque cerchi…
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