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La storia di un sonderkommando a Dachau fa gol nei cuori del Centro Sportivo Italiano

«Ragazzi, pensate a quello che ho passato io, riflettete. Quello che vi racconto è realtà, non una storia inventata! Voi siete la vita e la gioventù d’Italia. Dovete essere forti. Studiate e abbiate le vostre idee, non quelle di qualcun altro!»
Per il Centro Sportivo Italiano sono le parole di un uomo eccezionale, quelle da raccontare oggi in occasione della Giornata della Memoria.


Sportivo e tifoso interista da sempre, Enrico Vanzini, cento anni compiuti lo scorso mese di novembre, è stato l’ultimo Sonderkommando italiano, sopravvissuto a Dachau dove, costretto a subire gli abomini nazisti, non poteva più considerarsi una persona ma solo un numero: era il prigioniero 123343.
Da lunedì scorso a ieri, una al giorno, sui canali social del CSI, sono stati condivisi quattro “reel” del suo emozionante racconto (il bunker, il carro armato, la Messa di Natale, il tozzo di pane). «Non sapevo dell’esistenza dei crematori – ha raccontato Vanzini nelle anteprime – avevo trasportato in quel punto esatto centinaia di cadaveri, ma chi poteva immaginare cosa facessero i tedeschi con i corpi di quegli sventurati? Pensai di essere all’inferno». Parole vive cariche di un’immensa umanità, quelle regalate con il cuore da Enrico agli atleti del Centro Sportivo Italiano e a tanti giovani sportivi.
Sul canale YouTube del CSI https://youtu.be/TmY2t01Dexw c’è il video completo dell’intervista, perché è un dovere non dimenticare.

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