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LA PRUDENZA E IL CORAGGIO, L’IGNAVIA E LA RASSEGNAZIONE

29 settembre 2018
Oggi mi sento davvero stimolato dalla inesorabile reazione dei mercati e delle borse, dallo scontato coro degli ignavi rassegnati alla prudenza e dai “me ne frego” dei coraggiosi capitani del popolo. Ebbene sì, vale la pena di vivere qualche momento di possibile probabile follia, piuttosto che tirare a campare per pagare lo scontato mutuo ed infilare le pantofole allo scoccare del TG delle 20. Penso che ancora dovremmo scoprire l’America, con tutte le conseguenze del caso, se Colombo non fosse stato un po’ matto o visionario, come Galileo. Francamente, non c’è giorno che io non pensi a Gaudì e alla sua incompiuta Sagrada Famiglia, piuttosto che alla ragionieristica scienza dell’Euro, che ha fatto grandi i crucchi, quelli del pane sicuro e impoverito gli splendidi, quelli che preferiscono un giorno da leone ai cento da pecora. Secondo voi per inventare, creare, scoprire non bisogna avere nel cuore e nel cervello tanta passione e un pizzico di follia? Oggi, mi sento dire che la prima Università italiana, quella di Pisa, è al centosettantesimo posto nel mondo e che ai greci non rimangono che gli occhi per piangere… Bene, se siamo a questo punto e se vediamo degradare la nostra vita e la residua “grande bellezza” tra il pattume , mentre al British, al Louvre , al Pergamon e al Metropolitan si godono i frutti delle razzie compiute nel corso dei secoli, da chi è da sempre vissuto di usura e azioni corsare, se in definitiva ci troviamo nella palta, è perché in certi momenti abbiamo abbassato troppo la testa e proprio l’iniqua e incompleta Europa Comunitaria ci ha dato il colpo di grazia ad iniziare dagli anni novanta. Tutti quelli che hanno contato di più e che ci hanno governato negli ultimi venticinque anni avevano profili legati al mondo economico e bancario: avremmo dovuto averne straordinari benefici e vantaggi, macché siamo precipitati in un baratro, tanto quanto le formiche nella trappola del formichiere. Condannati ad essere servi in casa nostra? No, addirittura espropriati della sovranità e schiavi di nuovi padroni. Non mi sembra una bella prospettiva. In situazioni del genere, qualcuno pensa al suicidio o finisce in depressione. E allora? Allora beviamoci su e facciamo festa, con l’orchestra che suona, mentre il Titanic Italia naviga tra rating e spread, verso l’iceberg della Commissione, l’ultimo ostacolo prima della consultazione continentale, che i primavera potrebbe portare il disgelo.
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