L’amico Giuseppe Carfì, polivalente “winner” degli anni sessanta, dall’atletica allo sci di fondo, aveva ritrovato qualche anno fa una bellissima targa, premio dell’Associazione Italiana Circoli Sportivi: un tuffo nel passato delle meraviglie, quando eravamo felici tra i problemi, pieni di fiducia nel futuro, davvero speranzosi nella consapevolezza della straordinaria appartenenza. Il Presidente fondatore dell’AICS (1962) Giacomo Brodolini (nel Partito d’Azione dal 1946 ed in seguito vice segretario del PSI e nella CGIL) nel 1969, quarantanovenne, ormai prossimo alla sua prematura dipartita, era Ministro del Lavoro e continuava a ricordare lo sport come componente culturalmente nobile del tempo libero, come giusta alternativa all’impegno nel lavoro, come completamento essenziale di una condizione, di uno status che dovrebbe fare la società degna di essere definita civile. Per questo, Brodolini affermava che il ruolo dell’associazionismo sportivo , oltre ad essere quello di promuovere e organizzare attività motorie e agonistiche, avrebbe dovuto essere quello di concorrere alla sana libera elaborazione di idee, di propositi, di programmi, onde costituire le condizioni ambientali con cui restituire ai giovani la personalità, la dignità, il sentirsi individui liberi , capaci di operare in concreto nell’ambito di una società democratica, come alternativa ad ogni forma di disorganizzazione anarchica della società. Riferendosi poi agli aspetti positivi di una internazionalizzazione delle attività associative, il “Padre dello Statuto dei Lavoratori” sosteneva : ” Se dobbiamo assegnare ai giovani un ideale democratico, dobbiamo cercare di alimentare in essi anche un ideale europeistico e internazionalista”. Nel suo ultimo discorso, due settimane prima di morire di cancro in una clinica di Zurigo (11 luglio 1969) al Congresso della CGIL, Giacomo Brodolini concluse: ” Nella vita, bisogna sapere che scegliendosi gli amici si scelgono anche gli avversari. Ebbene, io ho scelto i miei amici e voi siete, lo sapete, i miei amici e i compagni più cari”.
Ruggero Alcanterini
Direttore responsabile de L’Eco del Litoriale