Sulla remota torre
voglio guardare il faro illuminato…
Il faro che diffonde il suo mistero
in armonia di luce sempre uguale,
per questo mare d’avventure immense.
Conosce il sole ardente e il vento umido,
penosi naviganti senza meta
che sono fratelli, sorelle e angeli
e nuovi dolci approdi di speranze
fra onde che palpitano, si gonfiano,
splendono, spumeggiano, biancheggiano…
Conosce felici sirene insieme
al suono di violino da cui escono
melodie profonde d’incantesimo,
amanti seducenti di passione,
alberi sparsi i tetti delle case
e chi è con la penna tra le dita
sotto la dolce volta e dolci stelle.
Arrivederci faro,
alla tua lieta luce
di altre e altre notti ancora.
Maria Pedullà