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“A la guerre comme a’ la guerre”

Mi sembrava impossibile che ci si potesse dare una tregua, magari per il periodo di Natale, posto che, dopo Al Quaeda, anche dell’ISIS si è fatto come prevedibile strame. Infatti, seguendo la trama di un film già visto, adesso si riparte a testa bassa con una altra motivazione incendiaria, quella di Gerusalemme, città simbolo, contesa nei millenni sin dalla sua fondazione. Resto dunque dell’opinione che se i guerrafondai di guerra campano …ed i primi interessati sono ovviamente i fabbricanti di armi, non di meno lo sono i professionisti del soccorso e della ricostruzione. Un mondo in pace per loro sarebbe una catastrofe che li porterebbe al fallimento, togliendo ruolo anche a chi ostenta la propria ipertrofia atomica e mostra muscoli all’uranio impoverito nei vari angoli della terra. Facciamocene una ragione, obtorto collo, nella consapevolezza che nessuno degli speculatori rinuncerà mai ai guadagni pelosi e che i burattinai di questa tragica rappresentazione continueranno ad avvalersi di finti alibi ammantati di politica e di religione a scapito di milioni di innocenti, noi compresi. Come dire, nella consapevolezza, adattiamoci alle circostanze, “à la guerre comme à la guerre “…

Ruggero Alcanterini

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Mariam Range, Djibouti (Aug. 9, 2005) – U.S. Marine Corps Lance Cpl. Mathew G. Schultz assists Lance Cpl. Hakeem L. Pinkston, with firing a M-240G medium machine gun at the Mariam Range in Djibouti. Marines of the 26th MEU (SOC) are assisting the Combined Joint Task Force, Horn of Africa, by providing humanitarian aid and training to the people susceptible to transnational terrorist influence. U.S. Marine Corps photo by Lance Cpl. Daniel R. Lowndes (RELEASED)
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