Mi sembrava impossibile che ci si potesse dare una tregua, magari per il periodo di Natale, posto che, dopo Al Quaeda, anche dell’ISIS si è fatto come prevedibile strame. Infatti, seguendo la trama di un film già visto, adesso si riparte a testa bassa con una altra motivazione incendiaria, quella di Gerusalemme, città simbolo, contesa nei millenni sin dalla sua fondazione. Resto dunque dell’opinione che se i guerrafondai di guerra campano …ed i primi interessati sono ovviamente i fabbricanti di armi, non di meno lo sono i professionisti del soccorso e della ricostruzione. Un mondo in pace per loro sarebbe una catastrofe che li porterebbe al fallimento, togliendo ruolo anche a chi ostenta la propria ipertrofia atomica e mostra muscoli all’uranio impoverito nei vari angoli della terra. Facciamocene una ragione, obtorto collo, nella consapevolezza che nessuno degli speculatori rinuncerà mai ai guadagni pelosi e che i burattinai di questa tragica rappresentazione continueranno ad avvalersi di finti alibi ammantati di politica e di religione a scapito di milioni di innocenti, noi compresi. Come dire, nella consapevolezza, adattiamoci alle circostanze, “à la guerre comme à la guerre “…
Ruggero Alcanterini