Sei anni fa finivo in ospedale con una terribile peritonite. Ne uscivo cinquantuno giorni dopo con ventuno chili in meno. Una cura dimagrante radicale, straordinaria a dimostrazione che le capacità di resistenza degli umani è davvero formidabile, come del resto sta dimostrando in questi giorni la piccola Noemi a Napoli. Ieri, purtroppo, ha gettato la spugna Gianni De Michelis, un grande protagonista della storia politica e del costume del Novecento, arbitro di quella socialista e italiana con la sua opzione, che confermò Bettino Craxi alla Segreteria del PSI, dopo la sua clamorosa elezione al Midas, nel 1976. De Michelis aveva il dono di una visione chiara, lucida di problemi e soluzioni, shakespeariano, nel senso della lealtà dei comportamenti. Diretto nell’eloquio, di cui era un maratoneta, aveva l’abitudine di presentarsi alla tribuna brandendo fasci di fogli pieni di appunti, che gettava via puntualmente per andare “a braccio”. La firma del trattato di Maastricht nel 1992 non fu altro che il suggello di una intensa vita politica mai estranea al clima della festa, la stessa matrice capace di fare dell’umano un Homo Ludens.