Un’opportunità per le aziende e per la pubblica amministrazione. Una necessità durante l’emergenza legata al Coronavirus. Il telelavoro torna oggi con prepotenza all’attenzione di manager e società. In molti, dopo il decreto #IoRestoaCasa, hanno riscoperto l’utilità del lavoro agile. Molti altri, invece, non avendo dedicato investimenti in precedenza, sono corsi ai ripari per non subire ritardi nelle rispettive attività.
L’Italia, prima dell’emergenza, è apparsa refrattaria in questo campo rispetto all’Europa. Del resto l’utilizzo dello smart working comporta un cambiamento culturale, una revisione radicale del modello organizzativo dell’azienda e il ripensamento delle modalità che caratterizzano il lavoro in sé. Secondo i risultati, pubblicati lo scorso ottobre, della ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of Management al Politecnico di Milano, gli smart worker in Italia ammontano a circa 570mila, ovvero il 20% in più rispetto al 2018, con un grado di soddisfazione molto più elevato di coloro che lavorano in modalità tradizionale. In lieve crescita anche il numero di grandi imprese che nel 2019 hanno avviato al loro interno progetti di smart working, mentre tra le piccole e media imprese si riscontra sia un aumento del lavoro agile sia un aumento delle imprese disinteressate al tema (dal 38% al 51%).
Numeri destinati a mutare con l’emergenza del Covid-19, che ha reso necessario il telelavoro. “Abbiamo sempre creduto e investito nelle tecnologie. Per questo l’attuale situazione di emergenza non ci ha colti impreparati – sottolinea Giulio Gravina, amministratore delegato di Italpol, azienda leader nel mondo della vigilanza e della sicurezza preventiva, che sottolinea – “la maggior parte dei nostri dipendenti che ricopre mansioni di carattere amministrativo ed organizzativo è passato al telelavoro per adeguarsi a quanto il governo chiede a tutti noi italiani. L’esperienza maturata dal nostro ufficio tecnico R&S con il software per il Work Force Management, che consente di organizzare e coordinare il lavoro a distanza, ci è stata sicuramente di grande supporto”.