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Italia Nostra Aniene e Monti Lucretili a tutela di un territorio ricco di archeologia

Italia Nostra Aniene e Monti Lucretili a tutela di un territorio ricco di archeologia tra minacce di abusivismo, progetti di discariche e
tematiche dell’industria del travertino

A colloquio con il presidente Carlo Boldrighini sulle emergenze
ambientali in atto ma anche sulle buone pratiche di tutela di un’area
vasta caratterizzata dal corso dell’affluente del Tevere

Luci ed ombre del territorio della Valle dell’Aniene emergono da un
colloquio con il professor Carlo Boldrighini presidente della sezione di
Italia Nostra “Aniene e Monte Lucretili”. Si tratta di un area vasta che
vanta siti Unesco come le ville di Tivoli ma anche emergenze industriali
quali il distretto del travertino. Un territorio che annovera molte aree
protette e il corso dell’Aniene.

“Le aree protette che ricadono nel territorio di nostra competenza–
spiega il presidente Boldrighini – sono i parchi regionali dei Monti
Lucretili e dei Monti Simbruini, che sono per dimensioni il secondo e il
primo nel Lazio. Ci sono poi le riserve naturali Macchia di Gattaceca e
Macchia del Barco, Nomentum e Monte Catillo. A queste si aggiungono
diverse aree della rete Natura2000. La più minacciata è la ZSC – Zona
Speciale di Conservazione della piana dei travertini. Inoltre di grande
rilevanza ambientale è il fiume Aniene, il maggiore affluente del Tevere
nel Lazio che forma le spettacolari cascate a Tivoli, per il quale è in
atto un contratto di fiume. Di pregio anche – sottolinea ancora il
presidente –  soprattutto l’area pedemontana tra Tivoli e Palestrina,
che è la parte maggiore del parco dell’Agro Romano Antico, progettato
fin dagli anni Settanta dalla allora Provincia di Roma per la tutela e
la valorizzazione dell’ultimo lembo ben conservato dell’Agro Romano e
mai realizzato, con un patrimonio archeologico importantissimo,
comprendente alcune delle più imponenti strutture degli acquedotti e
alcuni tra i più importanti siti di scavo del periodo arcaico”.

Di fronte a tanta ricchezza ambientale, storica ed archeologica si
registrano gravi minacce al territorio. “Tra le emergenze ambientali va
segnalato in primo luogo – sottolinea Boldrighini –  l’abusivismo
edilizio, che non risparmia  neanche i parchi e le aree sottoposte a
vincolo paesaggistico. Particolarmente colpite sono le fasce collinari
degli oliveti tra Tivoli e Villa Adriana e nella Sabina romana.
Riteniamo in secondo luogo una grave emergenza ambientale la subsidenza
della piana dei travertini, nei comuni di Tivoli e Guidonia, cioè
l’abbassamento della falda dovuta all’estrazione del travertino, ormai
sottratta ad ogni controllo. Il fenomeno ha creato enormi voragini e
seri danni a circa 150 edifici, una quindicina dei quali sono stati
evacuati e ha inoltre compromesso le sorgenti delle Acque Albule, tra le
più antiche e importanti del Lazio”.

Altra minaccia arriva dalle discariche. La discarica dell’Inviolata, nel
comune di Guidonia è ora chiusa – spesso tuttavia si parla di una sua
riapertura – ma il percolato – spiega ancora il presidente della sezione
di Italia Nostra Aniene e Monti Lucretili – si estende inquinando
progressivamente la falda fino al fiume Aniene. Un progetto di discarica
nei pressi di Villa Adriana ha avuto risonanza nazionale ed è stato
fermato nel 2012. Una simile minaccia si è ripresentata nel 2019 ed è
stata anch’essa per ora sventata. Ci preoccupa molto inoltre la
possibilità dell’uso a discarica delle voragini create dall’estrazione
del travertino, che creerebbe una nuova ‘terra dei fuochi’ e segnerebbe
la fine delle terme Acque Albule. A tutto ciò si aggiungono le
discariche abusive, che sono diffuse specie nei pressi dei maggiori
centri abitati e che sono causa d’incendi e spesso di difficile recupero
per la presenza di amianto. Il fenomeno interessa anche le aree protette
facilmente accessibili, in particolare le riserve naturali Macchia del
Barco e Nomentum”.

La sezione, a tutela del territorio, ha promosso anche numerose
battaglie legali. “Abbiamo avanzato due ricorsi al Tar del Lazio. Uno
riguarda la lottizzazione cosiddetta ‘Nathan’ a ridosso della Villa
Adriana, in violazione dell’accordo tra lo Stato italiano e l’Unesco per
il sito di Villa Adriana. Il MiBAC si è impegnato con l’Unesco a
bloccare il progetto, ma finora nulla ha fatto. Un secondo ricorso
riguarda un progetto di parco eolico nel comune di Vivaro Romano, ai
confini con il Parco dei Lucretili”.

Altra nota dolente è lo stato complessivo dei centri storici. “In
generale i centri storici – commenta Boldrighini – sono in decadenza,
svuotati o abitati prevalentemente da migranti. Sono molti gli edifici
di pregio, più o meno abbandonati dai proprietari, che necessitano di
manutenzione. Quando queste vengono fatte spesso non rispettano le
condizioni di compatibilità per l’indifferenza delle amministrazioni
comunali e la mancanza di controlli.  Vi sono però delle eccezioni. Per
esempio, nel centro storico di Tivoli sono stati eseguiti restauri ben
fatti, che hanno prodotto sviluppo della ricettività turistica”.

Ampia è l’attività anche per quanto riguarda la sensibilizzazione per la
tutela dei beni culturali. Segnalato al riguardo nella Lista Rossa di
Italia Nostra dei beni da tutelare Ponte Lucano, un sito archeologico e
monumentale di primaria importanza. “Contiamo di inserire a breve –
sottolinea Boldrighini – anche i più importanti tra i castelli della
valle dell’Aniene che stanno entrando in una situazione di degrado, tra
cui la Rocca Abbaziale di Subiaco, il castello Massimo di Arsoli.
Inseriremo anche l’area della battaglia di Mentana, un’area verde
collegata al museo garibaldino minacciata da interventi inopportuni. Un
bene molto importante che contiamo di inserire nella lista rossa sono le
strutture di quella che fu la “Direzione Superiore Studi ed Esperienze”
(DSSE) nell’aeroporto militare di Guidonia, che negli anni Trenta e
Quaranta fu ai massimi livelli mondiali nella ricerca e sperimentazione
aeronautica. Oltre al loro valore architettonico, sono certamente ai
primi posti tra i beni d’interesse per la storia della scienza e della
tecnica tutelati dal D.Leg. 490 del 1999, ma per l’inerzia della
autorità preposte sono dal Dopoguerra abbandonate al degrado”.

Molta attenzione viene riservata inoltre al patrimonio arboreo.
“Cipressi monumentali riconosciuti sono presenti nelle ville storiche
Villa d’Este e Villa Adriana. Ma due olivi millenari riconosciuti
presenti a Tivoli lungo la via di Pomata sono stati distrutti da vandali
alcuni anni or sono e ciò ci spinge a sostenere che non sia opportuno il
riconoscimento di alberi monumentali in località liberamente
accessibili”.

La sezione locale inoltre denuncia “il degrado del patrimonio forestale,
per via di tagli distruttivi, per carenze normative e scarsità o assenza
di controlli. Tagli che si verificano anche all’interno dei parchi, dove
i piani di assestamento forestale sono spesso assenti, talvolta mal
concepiti e raramente rispettati. Tra i casi più notevoli sono quelli
del Monte Matano, nel parco del Monti Lucretili (dovrebbe essere
estromesso se si approva il nuovo piano d’assetto), e le faggete dei
Simbruini, le più vaste dell’Appennino Centrale, fortemente degradate e
in parte distrutte da tagli anche fuori turno effettuati con varie
motivazioni.  Tagli indiscriminati di alberature urbane si sono
recentemente verificati, o sono tuttora in corso, nei comuni di
Guidonia, Monterotondo e San Gregorio da Sassola. Inoltre la normativa
riguardante la piantumazione di un albero per ogni nuovo nato è stata
occasionalmente rispettata in diversi comuni della nostra zona in
collaborazione con le scuole. Gli effetti pratici ed anche gli effetti
educativi sono però scarsi perché il disordine urbanistico e la mancanza
di manutenzione non hanno consentito un’applicazione continuativa della
norma. Problemi analoghi si registrano per gli interventi di
rimboschimento con fondi pubblici, che producono per lo più risultati
minimi o nulli, un fatto ormai purtroppo accettato dalle
amministrazioni.

La sezione di Italia Nostra Aniene e Monti Lucretili rileva inoltre
varie problematiche in relazione alla gestione delle aree protette. “Sia
nei parchi che nelle aree protette gestite dagli uffici di Roma Capitale
(ex-provincia) – spiega Boldrighini – si registrano in generale mancanza
di fondi, scarsità e spesso – ma non sempre – scarsa qualificazione del
personale e inadeguata sorveglianza. A ciò si aggiungono gravi carenze
normative. A differenza della maggior parte dei parchi regionali, che
mancano tuttora di un piano di assetto approvato, i parchi dei Monti
Lucretili e dei Monti Simbruini hanno piani d’assetto ben fatti e
approvati da un ventennio. Ma ora la Regione Lazio propone nuovi piani,
di qualità assai peggiore dei precedenti, sia per l’aspetto
tecnico-scientifico che per la tutela degli ambienti.  L’aspetto forse
peggiore del continuo farsi e disfarsi della normativa sono le ripetute
riperimetrazioni, che tolgono certezza sulla destinazione dei terreni”.

Difficile il rapporto con le rappresentanze istituzionali. Non sempre
infatti le istanze proposte raccolgono l’ascolto delle istituzioni
locali. “Se di recente c’è stata rispondenza con le amministrazioni
comunali di Tivoli e San Polo dei Cavalieri e anche negli anni scorsi
con gli uffici provinciali per la gestione delle riserve naturali, in
passato si sono registrati forti contrasti con le amministrazioni
comunali di Tivoli, Guidonia, Palombara Sabina ed altre. Scarse sono
state di recente le possibilità di collaborazione offerte dalla Regione
Lazio, ma stiamo trattando per poter intervenire nella discussione in
commissione dei piano d’assetto dei parchi”.

La sezione intrattiene buoni rapporti con l’associazionismo locale e la
collaborazione si è fatta più stretta in occasione di emergenze come per
la tutela del complesso archeologico di Ponte Lucano e per la minacce su
Villa Adriana derivanti dalla lottizzazione “Nathan” e dalla discarica
di Corcolle.

La sezione è anche social con profili su Facebook e su Twitter: Comitato
Salviamo Ponte Lucano con la pagina web Escursionismo Aniene e Lucretili
e con il sito internet ViviAniene.

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