Ebbene sì, ho avvertito una sferzata adrenalinica positiva dal Presidente Draghi, che ancora una volta ha preso il tempo al plantigrado divenire del governare europeo, con la sua dichiarazione d’intenti al G20 del Turismo. Anticipare con determinazione la GREEN PASS NAZIONALE di almeno un mese, rispetto a quella continentale, invitare i cittadini vaccinati del mondo a tornare da subito nel Bel Paese – mentre riparte il sistema museale con grandi novità – è davvero un bel segnale. Questo si dovrà accompagnare ad una azione di cambiamento ben più poderosa, ma tant’è, perché non vi sono vie alternative. L’Italia che vale deve liberarsi della gabbia parassitaria che la rinchiude, deve tornare a ricostruire e modernizzare. Rendere l’onore e la dignità al nostro Paese passa per il coraggio e l’autorevolezza delle scelte. Aver ottusamente ignorato per decenni il patrimonio vocazionale di cui si dispone e i valori che possono restituirci il ruolo leader nel turismo mondiale ha significato fare per converso scelte sbagliate in settori, che hanno comportato la devastazione di territori e contesti sociali, come avvenuto con gli azzardi nel petrolchimico e nella siderurgia, senza rispettare la sostenibilità ambientale. E per i giovani, di cui adesso si denuncia il disagio? Per loro, pilastro fondamentale della rifondazione per una società civile che deve tornare ad avere consapevolezza del bene, ma prima ancora del male da cui si deve affrancare, non si prescinde dalla necessità di una formidabile transizione etica, come madre di tutte le battaglie. Senza la riforma della principale agenzia educativa, la scuola , a partire dalla materna, dall’inserimento di materie ed argomenti inopinatamente oggi esclusi, sino alla fase sinergica fondamentale dell’inserimento mirato nel lavoro e nel sociale, tutto diventa assolutamente improbabile. Dunque, per i giovani occorre ricostituire un rapporto fiduciario basato su certezze e rispetto delle regole, perché si è abusato di formule di comodo, dalla pseudo formazione al finto volontariato, al vero destabilizzante precariato, alle mini partite iva, alla cooperazione strumentale, mentre languono le strutture territoriali per il collocamento, viene mortificato il merito e proliferano le soluzioni a perdere con navigator, bonus e redditi a vario titolo, dall’emergenza alla cittadinanza. Le pensioni da lavoro divengono una problematica chimera per il futuro e una soluzione pietrificata per il presente, avendo perso il 33% del valore d’acquisto negli ultimi 15 anni. La necessità di un radicale cambiamento non prescinde dunque da una inversione culturale drastica, da riforme che debbono essere fortemente condivise dalla collettività attraverso una epocale transizione etica.