3 settembre 2016
– La differenza che c’è tra la satira e la spazzatura adesso la comprendo meglio e mi rendo conto che quando il mondo solidarizzò con Charlie Hebdo non lo fece per la qualità delle sue vignette, ma per il rispetto dei suoi redattori caduti per mano assassina. Adesso, riguardando le ultime copertine del “Carletto Settimanale”, mi rendo conto che la strage compiuta dagli assassini ispirati dall’ISIS ha tolto decisamente qualità e ha obnubilato completamente il cervello dei sopravvissuti che, con le ultime uscite sulla pelle delle 295 vittime del sisma “amatriciano”, hanno manifestato fino al fondo dell’infimo il loro delirio d’onnipotenza fondato sul sangue dei propri dodici morti e sul sentimento di solidarietà suscitato nell’universo mondo, dopo quella orribile strage del 7 gennaio 2015. Penso che le matite del “Carletto” si siano spezzate di nuovo, ma questa volta per un motivo davvero poco nobile. Infine, auspico il ritorno della buona satira, caustica, senza rispetto per i prepotenti e non solo per i potenti – i cui autori trovano oggi meno spazio di ieri – perché non finisca sotto le macerie di quella demenziale ed autolesiva, come quella del “Carletto Settimanale”.