Ieri abbiamo avuto conferma che ancora esistono medievali sostenitori della piattezza del pallone, come capitò a Platone, Parmenide e Tolomeo , che dovettero lottare da par loro per dimostrare la sfericità della terra. E così, a dispetto di ogni più semplice supporto tecnico come il VAR (Video Assistant Referee) la UEFA preferisce farsi spernacchiare da media e universo mondo, piuttosto che rinunciare al privilegio , allo “jus regale” che consente la scon…tata fallibilità dell’arbitro con tutte le conseguenze del caso, anche di dubbia trasparenza e con possibile probabile vantaggio iniquo di uno dei contendenti. Qualcuno azzarda che questa è la bellezza fascinosa del calcio, che lo rende da sempre una scienza non esatta, ma estremamente potente come quella cabalistica . Sono il primo a sostenere che le decisioni arbitrali vanno rispettate, purché siano giuste sino a prova del contrario. Il problema è che la UEFA Champions League si ostina a mettere a rischio la credibilità del massimo Torneo , ignorando la sfericità del pallone e non consentendo l’utilizzo di un provvedimento FIFA, che “sostiene” l’arbitro con l’ausilio del VAR , che può essere usato esclusivamente in quattro casi, definiti game-changing situations, ovvero per la segnatura di un gol, l’assegnazione di un calcio di rigore, l’espulsione diretta di un giocatore, l’errore di identità. Gli arbitri addetti al sistema VAR sono in costante comunicazione via radio con l’arbitro in campo che, per decidere, può rivedere il video a bordo campo. La decisione finale spetta sempre all’arbitro. In definitiva è come se il VAR si dovesse adottare in politica o nei concorsi pubblici, piuttosto che nei biblici meandri della giustizia ordinaria. Care ragazze e ragazzi, si tratterebbe di una impresa impossibile, motivo per cui dobbiamo rassegnarci al “piattismo” ed alle inevitabili ingiustizie della vita.
Ruggero Alcanterini
Direttore responsabile de L’Eco del Litorale