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LE RILFESSIONI DEL DIRETTORE RUGGERO ALCANTERINI IL FUTURO DELLO SPORT –

DEL RIO E MINISTRO SPORT MINISTRO SPORT Non me ne voglia nessuno, ma devo essere onesto: non ho mai pensato che un diverso futuro dello sport in italia, quello cui aspiriamo da almeno settant’anni fosse vincolato ai giochi del 2004, del 2020, del 2024 e della Ryder Cup del 2022, anche se non condivido la politica del no a prescindere , del tanto peggio, tanto meglio e i sentimenti “pelosi”, che spesso pervadono gli antagonisti del fare . Tanto meno mi appassiona la diversa ripartizione dei proventi televisivi ed altro per il calcio professionistico. Semmai, sarei curioso di capire quanto in realtà il Ministro Luca Lotti e il Governo Gentiloni siano davvero disposti a giocarsi sino in fondo la partita per tentare il colpo di una riforma vera, quella di una legge quadro moderna, realmente adeguata alle esigenze, non velleitarie ma reali, della società italiana. Il Ministro Lotti ha da qualche parte recuperato il mio interrogativo circa l’assenza della parola sport dalla nostra Costituzione ed ha paventato una analisi dell’esistente in materia di memoria sportiva, probabilmente nell’ottica di uno sbocco museale. Sarei ipocrita se non me ne compiacessi, ma lo sarei altrettanto se non sottolineassi che si attribuisce un valore più formale che sostanziale al numero dei mandati per le cariche federali, piuttosto che alla razionalizzazione delle organizzazioni riconosciute tra associazioni, enti e federazioni. In realtà, i problemi dello sport e del suo futuro non prescindono da una riforma invocata sin dagli Anni Sessanta, che metta fine all’equivoco tra spettacolo e pratica sportiva, tra professionismo e prevenzione salute, tra l’assenza di una adeguata generalizzata educazione motoria nelle scuole e l’ectoplasma attuale suscettibile di timidi accordi per esperimenti equivalenti al nulla. Lo sport come la cultura etica o se preferite il “ fair play sociale “ , eletto a priorità nel sistema Paese , potrebbe aprire scenari straordinari per la qualità della vita e importanti opportunità professionali e di lavoro. E’ soltanto una questione di civiltà, di buona volontà e soprattutto di coraggio nel governare.

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