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IL CORAGGIO DI RICORDARE E LA VOLONTA’ DI CAMBIARE

FAIR PLAY DAY del 01.12.2021 Salone D’Onore del CONI.
ph: Enrico Ripari “citazione obbligatoria” by RIPARIYOUNGGROUP

Ecco, rimosso ogni residuo dubbio, perplessità inerziale, reverente resistenza rispetto alla ricognizione su quel che resta dei XVII Giochi Olimpici di Roma, dopo lo tsunami del 1 dicembre con il “Dovere Compiuto” al Salone d’Onore del CONI, non ci resta che ridere, piuttosto che piangere sul latte versato in oltre sessant’anni di distrazione di massa. Infatti, nessuno, salvo gli assenti ingiustificati, si è sottratto al diluvio dei sentimenti, alle dichiarazioni degli affetti, alla opportunità di una riflessione da farsi, ad alta voce, al cospetto delle memorabilia materiali e immateriali di un Evento Olimpico Estivo, unico nella storia d’Italia, che ha sostanziato la rinascenza della nostra collettività a pochi anni dal disastro della Seconda Guerra Mondiale e che può essere additato come prova della capacità italica di performare ed ottenere il massimo dal minimo, di riuscire a dare il meglio a fronte del peggio. Dunque, tanto per non smentirci, siamo riusciti ad onorare il “Sessantesimo” di Roma 1960, sia pure con l’anno differito per via della pandemia, com’è capitato per i Giochi di Tokio, a riunire per l’occasione le componenti antiche e moderne di una combinazione chimica, che continua a ribollire nell’alambicco, dalle risorse umane ed associative, alle istituzioni sportive, territoriali e nazionali di governo, con la formula “passato futuro”, che riscuote patrocini come quelli dei Ministeri della Salute, dell’Istruzione e della Presidenza del Consiglio, con il Sottosegretariato allo Sport. Abbiamo avuto e dobbiamo continuare ad avere il coraggio di ricordare quello che è stato e di onorarne nel modo più adeguato la memoria, di restituire IL DOVERE COMPIUTO da tutti al ruolo che merita, nell’immaginario collettivo del Paese e non soltanto rispetto alla storia ed alla cultura del nostro movimento sportivo, che si affida quasi esclusivamente all’attualità sfolgorante dei suoi successi di vertice, perdendo inesorabilmente gran parte delle opportunità che ne potrebbero derivare per l’indotto, per quel mondo di mezzo, per gli “invisibili” esclusi dal diritto alla pratica motoria, dai bambini delle primarie agli “over” di ogni età. Così, dopo decenni di vuoto, si ipotizza la nascita di un Museo Olimpico, piuttosto che dello Sport Nazionale, si riconnettono terminali apparentemente in disuso, si riaprono canali e collegamenti, si riscoprono valori, si prende coraggio e consapevolezza della fragilità della memoria, di fronte ai protagonisti convenuti, alle teche con le reliquie conservate dalla Famiglia Garroni, in nome di Marcello e appunto del suo “Dovere Compiuto”, al ritrovamento del Tripode, liberato dall’oblio e dall’anonimato, delocalizzato nello Stadio del Nuoto, luogo nobile del Foro Italico, che dovrebbe essere rinominato Olimpico, come giusta conclusione, come maturazione eccelsa del sogno che fu di Enrico Del Debbio e Luigi Moretti. Adesso, mentre l’Evento del 1 dicembre appare essere la pietra angolare di una costruzione, che si completerà nel tempo necessario per riunire nel moto della gratitudine e nella manifestazione della riconoscenza tutti coloro che ne hanno titolo, dagli atleti, ai tedofori, agli organizzatori, mentre si vanno attivando i presupposti per la ricostituzione sostanziale di una memoria dispersa nelle case, nei mercatini o ahimè nel pattume generato dall’ignoranza, si sta determinando anche l’idea del cambiamento e del riscatto, facendo leva sulla francescana condizione delle Associazioni Benemerite, tra cui il Comitato Nazionale Italiano Fair Play, che con l’occasione del “Dovere Compiuto”, ha anche promosso “Il Dovere da Compiere”, attivando ufficialmente sinergie che riguardano il tema centrale della sostenibilità, per la salute, l’ambiente, la solidarietà, la comunicazione, la sicurezza, la cultura italiana nel mondo e l’educazione motoria, stabilendo un’alleanza strategica con il mondo delle imprese, funzionale a quella transizione etica europea, che ha visto intervenire da Bruxelles il Presidente dell’European Fair Play Movement, il belga Philippe Housiaux, pluriprimatista, ex Presidente della Federatletica e Vice del Comitato Olimpico. Dunque, bearsi di podi e medaglie nel presente, dimenticando il passato e rinunciando oggettivamente al futuro, lasciando senza educazione motoria e medicina scolastica milioni di bambini, nonché intere generazioni senza cultura della prevenzione salute attraverso un corretto stile di vita mediante attività fisica e sport, forse significa essere semplicemente degli ipocriti. Diversamente, per chi è consapevole del dovere ancora da compiere, la storia continua, ripartendo da quei valori che ispiravano i genieri della rinascenza italica di sessant’anni fa e la cui eredità deve essere trasmessa adesso, attivando la transizione etica con il passaggio della “fiaccola” dei sentimenti nobili, tra cui il coraggio di ricordare e la volontà di cambiare.
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