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IL CORAGGIO DI GOVERNARE

Amo ripeterlo spesso. Non basta vincere, avere l’incarico di governo, ma occorre assolutamente disporre del coraggio, che è dote non secondaria, per dimostrare di saper governare. Certo, si può avere anche il “coraggio” di commettere scelleratezze e questo è anche accaduto e non mancherà di accadere ancora. Mai come adesso, dunque, occorrerebbero coraggio positivo e determinazione per le scelte da farsi, vista la situazione di degrado in essere e la necessità di uscirne, pena il non ritorno. Francamente, sono basito dal reiterare di sciocchezze, di manovre pelose che gridano vendetta, soprattutto in un momento come questo. Vogliamo parlare di condizione climatica fuori controllo? L’esempio del recente cataclisma, che ha messo sotto Germania, Belgio e Olanda, dovrebbe bastare e avanzare per far capire che i fenomeni estremi di siccità e alluvioni non possono essere inseguiti come il crollo del Ponte Morandi, emblematico di infrastrutture marcite, dopo decenni di consapevole abbandono, di fuga dalle responsabilità. Se la Conferenza COP 21, la Thunberg e La stessa pandemia da COVID non sono bastate a svegliare dal torpore le coscienze, non ci riusciranno certo i ragionamenti da puro opportunismo, che si fanno intorno all’apertura o alla chiusura di bar e pizzerie, piuttosto che degli stadi e delle piazze. Adesso, a Tokio, il CIO si gioca la sua credibilità di Organizzazione universale preposta alla tutela dei principi della pace e della inclusione, ma anche della salvezza del genere umano, cercando di vincere ad ogni costo la scommessa storica di portare a compimento la prima Olimpiade rinviata della storia, posto che non si è avuto, appunto, il coraggio di sopprimere la XXXII edizione, tanto quanto avvenne con la VI assegnata a Berlino per il 1916, la XII assegnata a Tokio per il 1940 e la XIII assegnata a Londra nel 1944 a causa della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. Molti dei potenziali medagliati delle edizioni olimpiche cancellate finirono sui campi di battaglia, nei campi di prigionia o al creatore. Adesso, con la maggioranza dei giapponesi contrariati, la totale assenza del pubblico sugli spalti e il contagio che serpeggia tra i partecipanti confinati tra villaggio e luoghi di gara, tutto sembra assumere contorni surreali, ancora più complessi di quanto non sia avvenuto per i Giochi di Monaco, Mexico City, Mosca e Los Angeles… Intanto i turisti tornano ad essere “per caso” come quelli del Grand Tour di due secoli fa, compresi quelli “spaziali”, come Branson e Besos… Ma torno al coraggio di governare e allo stato dell’arte che ci riguarda. Non mi faccio illusioni, ma i parlamentari eletti dovrebbero esercitare la loro funzione con totale onestà intellettuale, per chiudere la partita senza esitazioni sul compimento del ciclo di vaccinazione, sulla totalità dei soggetti interessati, a prescindere dai se e dai ma. Con oltre venti milioni di persone in grado di esibire il “pass” ci sono le condizioni per far ripartire in sicurezza il sistema. Chi non ha la patente e vuole guidare un veicolo deve munirsene o andare a piedi. La giustizia non funziona, contraddistinta da tempistiche bibliche o mirate, salvo tradire il principio della rieducazione per i detenuti ? Beh, occorre prendere il toro per le corna. Ad una parte dei cittadini sono negati diritti, sono discriminati ? Se da una parte si tira da coperta del Reddito di Cittadinanza e dall’altra quella della Proposta di Legge Zan, io ribadisco il principio del merito e delle priorità, che molto serenamente dovrebbe presiedere ad ogni attività dei parlamentari e del governo – e sottolineo dei parlamentari e del Governo – piuttosto che dei Partiti, che in questo momento segnano il minimo storico di ruolo e credibilità, salvo lo stupro subito negli anni novanta, da cui la crisi irreversibile d’identità. Quindi merito e priorità, dunque, a cominciare dai soccorso per milioni di “over 65”, quattordici milioni di persone che perdono progressivamente e ingiustamente i loro diritti costituzionali per via dell’età, come la dignità per l’entità della maggior parte delle pensioni non rivalutate nel tempo e che dovrebbero diversamente essere implementate. Le disabilità costituiscono un’alea di rischio possibile, ma il progredire dell’età e un fatto naturale, che deve essere messo in sicurezza da tutele che oggi non ci sono.
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