Espulsi dal Partito democratico i quattro dissidenti della maggioranza del sindaco Chiavetta, i quali erano stati determinanti alla caduta della Giunta il 3 aprile scorso insieme agli altri consiglieri dell’opposizione nettunese. La decisione non deve essere stata facile nei vertici regionali e romani perché sembrava dovesse arrivare dopo pochi giorni i fatti, e invece è stata presa solo nei giorni scorsi. All’epoca erano trapelate opinioni diverse, con il membro della segreteria regionale Stefano Pedica più aperto al confronto e non disgregare il partito a Nettuno, mentre il segretario provinciale Rocco Maugliani era sembrato più tendente all’espulsione in quando aveva espressamente chiesto “una punizione esemplare”. Si potrebbe discutere se i dissidenti fecero male o bene a ‘staccare la spina’ a un’esperienza di governo durata meno di due anni e obiettivamente impantanata senza soluzione in tematiche gravi e in gran parte generate per proprio conto: il parcheggione che non vedrà mai la luce, i conti disastrati, la nuova numerazione civica. Ma a livello di partito non poteva non arrivare una reazione forte. E’ quindi stata decisa la sorte politica dei quattro dissidenti il 9 giugno quando la direzione del Partito Democratico ha votato l’espulsione di Nicola Burrini, Domenico Della Millia, Pamela Polito e Matteo Selva. Votazione non a senso unico però perché tra assenze, voti contrari e astenuti soltanto in tre su dieci, chiamati a decidere, si sono espressi esplicitamente per l’espulsione. Una decisione ‘dolorosa’ quindi? Certamente lascerà diversi strascichi. Primo tra tutti lo strappo ormai conclamato nel Pd di Nettuno, il quale assisterà molto probabilmente a una nuova formazione concorrente a sinistra. Secondo questa è una notizia che può essere vista come la conferma di alcune voci in cui pare sempre più probabile un ritorno in campagna elettorale di Chiavetta in vista delle prossime elezioni, o almeno di un suo uomo di fiducia della prima legislatura. Insomma si profila un’estate rovente tra le fila del Pd di Nettuno.
Filippo Flamini