29 AGOSTO 2019
La Salita del Grillo, a Roma, non porta al Colle del Quirinale, ma alla dirimpettaia Torre intitolata al casato dell’omonimo Marchese, esponente mitico dell’ironia romana e dove nei pressi sorge l’Hotel, che in questi anni ha ospitato le speranze, i sentimenti, le trovate e le irrituali incursioni dell’ultimo dei Grillo, Beppe. Ecco, dunque, che a chiosa dei giochi apparentemente fatti per la costituzione del nuovo Governo con il PD, dal “fondatore”, che aveva condiviso con Gianroberto Casaleggio la formula alchemica del 5 Stelle, giunge il messaggio chiarificatore. Insomma, che non soltanto occorre confermare alla Presidenza del Consiglio l’altro Beppe, Conte, professore-avvocato civilista nel ruolo di “Cicero pro domo sua”, ma che gli stessi Ministri “siano scelti in un pool di personalità del mondo della competenza, dei professionisti al di fuori della politica”, lasciando ai Sottosegretari l’onere secondario di quest’ultima. Insomma, non soltanto un avvertimento contro le tentazioni da poltronofilia, ma il richiamo alla filosofia di Casaleggio padre che, consapevole dei rischi da improvvisazione, raccomandava a futura memoria il “governo dei migliori”. In definitiva, se così fosse, mettendo a bando le cariche e gli incarichi per candidati forti di ricchi curricula, aggirate le tradizionali raccomandazioni, ci potremmo risparmiare il “teatrino della politica”, come lo sesso Giuseppe Conte – senza appartenenza partitica – ci sta dimostrando, salvo fare rifermento ai precedenti di Ciampi, Dini e Monti, tutti competenti in economia e finanza, frutto dell’emergenza mai superata da quegli anni novanta, in cui una sospetta pandemia distrusse sino alla radice la politica ed i partiti storici dell’Italico Stivale.