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Grave carestia di pace

Il Pontefice ha affermato che esiste una Grave carestia di pace. Certamente ha parlato facendo riferimento alle guerre presenti nel mondo, ma in queste Sue parole va letto anche un monito verso la microcriminalità violenta che continuamente affligge le categorie deboli tra cui, in primo piano, le donne ed il femminicidio.

Grave carestia di pace

Papa Francesco durante l’Angelus del 25 Dicembre 2022 nella benedizione Urbi et Orbi ha così rimarcato il serio problema dei nostri giorni. “Il nostro tempo sta vivendo una grave carestia di pace anche in altre regioni, in altri teatri di questa terza guerra mondiale. Pensiamo alla Siria, ancora martoriata da un conflitto che è passato in secondo piano ma non è finito”.

L’ecumenismo porta a unire tutti i fedeli cristiani che hanno in comune la fede nella Trinità (Dio Padre, Dio Gesù Cristo e lo Spirito Santo) con quelli delle diverse chiese (come ortodossi, protestanti, cattolici etc). Andando oltre si può parlare di una sinergia aperta attraverso il dialogo e la collaborazione con altre confessioni religiose per riconoscere il fine ultimo nella piena realizzazione dell’Essere Umano e del consesso dei popoli.

Oggettivamente si riscontra, in un indirizzo pseudo radical-chic, l’intenzione di mettere in sordina le origini cristiane della società europea. Perdere il contatto con una confessione religiosa porta ad abbandonare l’etica che guida l’uomo stesso verso il vivere civile e spalanca le porte al dio denaro del consumismo.

Grave carestia di pace
Grave carestia di pace

Un Natale di sangue

Grave carestia di pace si è riscontrata nei resoconti dal mondo.

Sebbene la Vigilia del Natale Ortodosso sia fissata per il 6 Gennaio [Epifania «manifestazione (della divinità)»] nella guerra Russo-Ucraina non ha portato a proposte di cessate il fuoco anticipate. Anzi.

In Francia un pensionato si è armato ed ha fatto fuoco verso i rifugiati curdi. Si parla di spari a Parigi avvenuti nell’antivigilia di Natale, il 23 Dicembre. L’aggressore, che ora versa in gravi condizioni, ha precedenti xenofobi con un tentativo di omicidio. L’uomo di nazionalità francese pensionato della società delle ferrovie francesi, SNCF, ha effettuato il gesto insano in Rue d’Enghien nel decimo arrondissement. Era già noto alle forze dell’ordine ed alla Police francese. Questo gesto ha causato tafferugli e disordini da parte della comunità curda che vive notevoli difficoltà in Turchia ed in IRAQ. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, con la sconfitta dell’Impero ottomano, gli alleati occidentali vittoriosi avevano promesso e previsto uno Stato Curdo nel Trattato di Sèvres del 1920.

Le promesse non mantenute

Tuttavia dopo tre anni con il Trattato di Losanna tale promessa fu annullata e vennero fissati i confini della moderna Turchia relegando i curdi in uno status di minoranza nei rispettivi paesi (zona prevalentemente montuosa nota come Kurdistan, comprendente gran parte della Turchia sud-orientale, l’Iran nord-occidentale, la Siria settentrionale e l’Iraq settentrionale). Questo speranza disillusa ha portato a numerose rivendicazioni nazionaliste inascoltate con conseguenti varie ribellioni e attività di guerriglia, in seguito sfociate, a danno dei Curdi, anche in genocidi sistematici, in particolare in Iraq. La politica europea Nato-Europa nel corso della guerra Russo-Ucraina ha portato a concessioni favorevoli a favore della Turchia.

Grave carestia di pace
Grave carestia di pace

Italia

Anche qui da Noi in Italia, alla Vigilia di Natale è avvenuto un altro femminicidio. Questo delitto sarebbe avvenuto nella abitazione di una coppia a Marinella di Selinunte, frazione marinara di Castelvetrano, nella provincia di Trapani. Maria AMATUZZO di 29 anni sarebbe stata uccisa a coltellate dal marito Ernesto FAVARA. La vittima di origini Palermitane aveva due figli da precedenti relazioni ed una coppia di gemelli avuti dall’uccisore. Egli era rimasto vedovo, pare anche lui con due figli. Sembra che a scatenare l’ira dell’omicida sia stato l’allontanamento dei figli da parte dei servizi sociali e l’intenzione della donna di terminare la relazione.

In questa grave carestia di pace non è da dimenticare l’evasione di sette giovani detenuti dal carcere minorile Cesare Beccaria di Milano e la successiva rivolta degli altri reclusi che ha comportato non pochi disagi. Il carcere dovrebbe essere un luogo di recupero ma fra sovraffollamento, carenza di strutture e personale perde la sua mission di reinserimento sociale diventando luogo di difficile sopravvivenza.

Olimpiadi

Le Olimpiadi nascono in Grecia nel 776 a. C. come celebrazione religiosa dedicata a Zeus, e consistevano in un’unica gara di corsa, lo Stadion, al quale, via via nel corso del tempo, si aggiunsero altre gare.

Per tutta la durata dei giochi per il grande valore religioso, si proclamava la cosiddetta Tregua Sacra in tutta la Grecia Olimpica. Durante i giochi veniva sospeso ogni conflitto ed ogni guerra interrompendo tutte le ostilità. I Greci utilizzavano questo evento sportivo anche per portare avanti il conto degli anni trascorsi.

Grave carestia di pace

Notte di Natale del 1914

Durante la Prima Guerra Mondiale la notte della Vigilia di Natale era stata preceduta da forte pioggia incessante. La neve era umida e molle come anche l’aria. Un freddo che penetrava ovunque. Nel buio solitario di una lunga buca erano tutti lì lontano dal calore degli affetti presi da una struggente tristezza. Le trincee si fronteggiavano a non molta distanza cupe e tenebrose. Dal buio della notte si sentì un lontano canto che ruppe il silenzio: era “Stille nacht, heilige nacht” (Notte silenziosa, Notte di Natale). Si tratta di uno dei più famosi canti di Natale al mondo. Di origine austriaca è stato tradotto in più di 300 lingue e dialetti e la musica corrisponde al nostro “Astro del ciel” sebbene con un testo differente. Gli inglesi applaudirono il solista cantore. Iniziarono loro quindi ad intonare “The First Noel”, ricevendo l’applauso dei “nemici”.

Fu una serie di canti natalizi tra i due opposti schieramenti fino ad arrivare alla canzone in latino “Adeste Fidelis” (Venite tutti fedeli). A questo punto entrambi gli schieramenti presero coraggio. Abbandonarono la certezza della trincea e si diressero verso il “presunto” avversario, fatto da uomini come loro. Poteva succedere qualsiasi cosa. Invece si strinsero le mani, parlarono col cuore senza bisogno di tradurre, si scambiarono abbracci, sigari, carne in scatola, affetto.

Uomini che avrebbero preferito stare insieme, anche nelle loro famiglie, invece di dover combattere una “guerra” voluta dai potenti per ragioni sconosciute. I sentimenti umani sono gli stessi ovunque anche se pochi squilibrati decidano che per vani interessi, sebbene inutilmente, sia meglio morire. Meglio invece vivere la Pace. I generali di entrambi gli eserciti non furono contenti di questo “tradimento” e furono prese severe misure per evitare che la consapevolezza ispirasse tutti i militari. Una grave carestia di pace.

All’inizio della guerra partono i vigorosi soldati

salutati dei generali con qualche stelletta

al ritorno i militari sopravvissuti hanno ferite

nel corpo o nella mente e sfilano poveri

davanti ai sani ufficiali di stato maggiore

con sempre più medaglie, onorificenze e danaro.

Arturo CAMPANILE

 

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