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GLORIE DELLO SPORT, DA TOSI A CONSOLINI

GIUSEPPE TOSI E ADOLFO CONSOLINI
Mi riservo un ulteriore passaggio su Ansini, perchè la sua grandezza nel 1934-35-36 non ha avuto ancora tutta la evidenziazione che merita. Intanto, mi sposto dallo Stadio delle Terme a quello della Farnesina, dove vado a recuperare un altro personaggio, caro ai nostri ricordi di frequentatori. Parlo di GIUSEPPE TOSI, un gigante nella storia dello sport italiano e in particolare dell’atletica e dello sport militare, per statura morale, tecnica, agonistica e naturalmente fisica, dall’alto dei suoi imponenti due metri. Lo hanno definito l’eterno secondo, perchè puntualmente argento dietro l’oro dell’insuperabile Adolfo Consolini, ma comunque protagonista e primo per l’empatia che suscitava in chiunque avesse l’opportunità di frequentarlo. Beppe l’ho conosciuto prima da lontano, sulla pedana del disco all’Olimpico e poi da vicino, come direttore dell’impianto di atletica, prospicente l’antico Ponte Milvio sul Tevere. Ed è proprio la sotto, nel primo tratto di sponda della riva destra, che ci incontravamo per la pesca dei cavedani: io con la canna fissa “sotto mano” e lui con una canna da mulinello e “cucchiaino rotante”. Inutile dire che assistere alle frustate di Tosi, capace di scagliare un piombo da cinque/dieci grammi e artificiale dall’altra parte del Fiume, era di per se uno spettacolo incredibile e immaginate la faccia degli altri pescatori, che lo vedevano recuperare immancabilmente un pesce ad ogni lancio. Eravamo felici e non lo sapevamo, parlando d’atletica, io e lui, dove il Tevere gorgogliava, rigirandosi tra ruderi, scogli ed alghe, opponendo una formidabile resistenza a canottieri e barcaroli. Diciamo che Tosi si concedeva momenti di relax tra casa e lavoro ed io coltivavo una passione quasi alternativa all’atletica. Onestamente, ci si rendeva conto di chi fosse e di chi fosse stato, quando sorridendo, con scarpe da passeggio, pantaloni e camicia, sotto il sole, si avvicinava a Brandizzi, piuttosto che Accatino, li sostituiva in pedana e gli faceva vedere il suo movimento, il suo lancio “quirinalizio”, naturalmente spedendo il disco lontanissimo, quasi fosse il pesciolino finto che usava sul fiume. Lui, lo sappiamo, era un Corazziere, del Presidente Segni, anche guardia del corpo, ma soprattutto vice-campione olimpico a Londra e argento europeo a Oslo, Bruxelles e Berna, tra il 1946 e il 1954, cinque volte campione del mondo militare, oro nei Giochi del Mediterraneo nel 1951, ai Giochi Panatenaici e nei Campionati Inglesi, due volte primatista europeo nel ’48 con 54,78/54,80 e campione italiano (1943,1946, 1947, 1948, 1951) con precedenti nella pallavolo e incursioni nel peso. Oggi GIUSEPPE TOSI, che ci aveva lasciato nell’81, appena compiuti 65 anni, fa il suo trionfale ingresso nella WALK DEI GLADIATORI e raggiunge i suoi colleghi iperborei, tra i quali l’antico maestro Oberweger, con cui scommetto farà un bel brindisi con coppe colme di quell’ambrosia, che si ricava soltanto dai genuini valori dello sport…
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