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Giustizia, ingiustizia e rispetto delle regole

Ricorre in questi giorni di bagarre elettorale un fiume gonfio di attenzioni ai problemi che attanagliano la nostra collettività e al contempo scroscia una turbinosa pioggia di promesse, infine si alza la conseguente risacca delle considerazioni, le mie comprese. Parlando di giustizia, Franco di Mare, conduttore attento di Uno Mattina RAI, ha ricordato casi di giustizia non negata ma ritardata, per cui le persone coinvolte nei tre gradi di giudizio hanno perso anni della loro vita dal punto di vista, esistenziale, morale, professionale, dopo assoluzioni giunte con anni di ritardo e sofferenze. Probabilmente esistono vizi del sistema ed una cultura della rassegnazione, soprattutto da parte di chi commisera i colpiti da tale disgrazia, confidando nella fortuna di non aver mai problemi del genere. Evidentemente non basta schermarsi con la scaramanzia. Anche in questo caso, sarebbe giusto ricorrere al principio sostanziale del fair play, ovvero quello del rispetto delle regole. Quindi, inesorabilmente occorrerebbe tornare alla base, cioè alla educazione e alla cultura del rispetto. Quando qualcuno vi blocca la macchina mettendosi in seconda fila e torna con comodo, dopo aver fatto gli affari propri, lasciandovi in tormentosa attesa, non soltanto vi fa alzare la pressione, ma vi sottrae un tempo equivalente di libertà di vita, praticamente sequestrandovi. E pensate che sia finita qui ? Macché, il problema si ripropone con il postino che lascia l’avviso della raccomandata, anche se voi siete in casa e vi costringe vostro malgrado a fare una stressante fila ad uno sportello, piuttosto che con il supermercato che chiude le casse costringendo clienti a perdere comunque porzioni di vita , anche quando non ce ne dovrebbe essere motivo. Provate a fare un calcolo della vostra vita rubata da irriguardosi soggetti terzi, pubblici e privati: vi verranno i brividi . E allora? Allora, invochiamo le soluzioni. Molte sarebbero a costo zero. Basterebbero più civismo, le PEC, meno economia pelosa, meno rassegnazione e più fair play!

Ruggero Alcanterini

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