Il Comune di Aprilia e Luciano Giovannini affondano in Cassazione: dichiarato inammissibile il loro ricorso. Accolte in pieno le richieste dei difensori di parte civile. l difensore della vittima, avv. Bonanni: “un principio che imporrà al Comune di Roma l’immediata messa in sicurezza di tutte le strade”
La Cassazione penale, con sentenza del 20.03.2019, ha confermato le condanne di Luciano Giovannini, e del Comune di Aprilia, per la morte di Daniele Giovannoni, avvenuta a soli 16 anni il 30 agosto 2005 mentre percorreva la Via Toscanini di Aprilia perdendo il controllo del suo ciclomotore a causa dei dissesti della pavimentazione stradale.
‘E’ una sentenza storica, quella della Corte di Cassazione, perché mette la parola fine al tentativo dell’imputato e del Comune di Aprilia di sfuggire alle loro responsabilità, e dall’altro perché afferma il principio di diritto che in caso di negligenza del dirigente responsabile del Comune, titolare della strada, sussiste la responsabilità dell’ente, titolare della strada, sia per omicidio colposo in caso di morte, che di lesioni colpose in caso di danni alla salute, non mortali, e quindi anche del risarcimento dei danni – dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, che ha difeso il padre e i fratelli della vittima, che sottolinea “questo principio, esteso al Comune di Roma, noto per il dissesto stradale, impone, per evitare condanne a risarcimenti a carico della collettività, l’immediata messa in sicurezza di tutte le strade”.
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L’imputato Luciano Giovannini, difeso dall’Avv. Corrado De Simone, aveva sostenuto di non essere responsabile per la morte del giovane, poiché questi, a detta dell’imputato, doveva essere più prudente conoscendo il cattivo stato di manutenzione della strada.
La tesi sostenuta è che non era possibile affermare la sua responsabilità addossandola così alla vittima.
Le tesi dell’imputato, e del Comune di Aprilia, sono state efficacemente scardinate dall’agguerrita difesa di parte civile.
L’Avv. Ezio Bonanni, che ha difeso il padre e i fratelli di Giovannoni Daniele, ha contestato il contenuto del ricorso per Cassazione dell’imputato, chiedendone la inammissibilità, per violazione dei principi fondamentali dell’ordinamento processuale penale e per genericità, e nel merito perché le responsabilità dell’imputato e del responsabile civile (Comune di Aprilia) si fondavano sull’aver tenuto una condotta negligente, imprudente ed imperita.
La Via Toscanini di Aprilia, dove Daniele ha perso la vita sbalzato da una buca mentre era sul suo motorino, era completamente dissestata e fessurata, e risultava essere stata già emessa la delibera di spesa per la sua manutenzione straordinaria e il dirigente responsabile non si è attivato per far si che i lavori fossero eseguiti, e soprattutto, nonostante si fossero verificati altri incidenti stradali, non aveva chiuso la strada al traffico, nè avviso di pericolo ovvero di limitazione di velocità.
Risultava quindi confermata la violazione delle cosiddette regole cautelari, specifiche e generiche (prudenza, negligenza e imperizia) poste a presidio dell’incolumità degli utenti della strada, e confermato il nesso causale, oltre ogni ragionevole dubbio (è confermato che il giovane è stato sbalzato per via della buca presente nel manto stradale; è risultato che egli tenesse una velocità moderata; ed è confermato che se la buca fosse stata coperta e/o quantomeno rattoppata, l’evento non si sarebbe verificato) e lo stato di colpa (anche per prevedibilità ed evitabilità dell’evento, per le stesse ragioni già spiegate).
È intervenuto anche il Prof. Carlo Taormina, principe del Foro, il quale dopo il richiamo al contenuto della discussione dell’Avv. Ezio Bonanni, ha insistito nel porre in evidenza il singolare comportamento assunto sia dall’imputato che dal Comune di Aprilia che hanno tentato di addossare la responsabilità del sinistro e quindi dell’evento mortale sul ragazzo deceduto.
Le richieste dei difensori di parte civile hanno trovato totale riscontro nella sentenza della Corte di Cassazione, che ha dichiarato i ricorsi dell’imputato e del Comune di Aprilia inammissibili, con la condanna a carico dei ricorrenti a pagare le spese di giustizia, e di 2.000,00 € ciascuno “a favore della cassa delle ammende, nonché alla rifusione delle spese sostenute dalle costituite parti civili”.
Finalmente giustizia per il giovanissimo Daniele Giovannoni
Giustizia è fatta per Daniele Giovannoni a 14 anni dalla sua morte, almeno questo, ottenere giustizia e l’affermazione di un principio che non ci potranno essere altre morti dovute all’incuria delle amministrazioni, senza ottenere giustizia, perché il principio è stato dettato ed il solco tracciato: le pubbliche amministrazioni debbono essere diligenti e sistemare le strade, non potendo impunemente invocare il fatto che sia il cittadino a dover restare attento quando il manto stradale sia completamente dissestato, fessurato e bucato.