Scusate se oso argomentare, ma bombardato dalla Greta e le sue compagne, belle e ciao, mi tormenta il ricordo di una canzoncina, antico cavalluccio di battaglia della Carrà, quella del “chissà se va…”
Eh sì, perché i dubbi sorgono spontanei, non sulle ragazze e i ragazzi che sciamano adesso a Milano e domani ruberanno la scena ai “grandi” della COP26, in quel di Glasgow, ma sulle dinamiche passate, in essere e future, che si determineranno intorno al rebus della sopravvivenza nostra e della vita possibile sul Pianeta Terra. Bla,bla, bla a parte, un primo segnale concreto è in arrivo con l’aumento dei costi per l’energia, ancora ricavata prevalentemente da fonti non rinnovabili, ovvero fossili. Come dire, visto che la prospettiva è quella di chiudere bottega, intanto il petrolio e il gas ce lo cominciate pagate più caro. Insomma, gli sceicchi e le “sette sorelle” vanno mettendo le mani avanti, mentre altri boss del business futuro vanno alimentando il vento del cambiamento a forza di pale eoliche e proposte di nucleare pulito. A prescindere dalle regioni ricche ma povere, condannate al sottosviluppo, prive di voce, una parte del mondo, quella occidentale, dichiara di volersi adeguare e altra parte, quella orientale, ostenta cinicamente la propria sordità, sempre nella logica del contrappasso, perché l’idea è quella di recuperare vantaggio economico e industriale, inquinando quanto e più abbiano fatto gli altri, europei ed americani, in via di conversione verde, dopo aver già fatto il peggio negli ultimi due secoli. Il palese surriscaldamento climatico e lo sciogliersi vertiginoso dei ghiacci perenni, piuttosto che il materializzarsi del nuovo continente di plastica tra gli oceani, non costituiscono monito sufficiente a piegare il menefreghismo di chi lucra sul bene comune e nutre l’idea del godimento di vantaggi nel breve termine. Qualcuno adombra che entro il 2050 Venezia possa fare la fine di Baia e divenire una città sommersa, piuttosto che le Maldive si trasformino in atolli galleggianti artificiali… E per il resto? Comunque, saremo costretti a smaltire l’ineludibile e i resistenti alla termovalorizzazione saranno ostaggi di chi sta già facendo dello smaltimento più o meno green un altro colossale business. E poi? Poi dovremo fare i conti con i numeri… Se oggi, noi umani, siamo oltre i sette miliardi, domani ne dovremmo essere molti di più, secondo una progressione geometrica da paura. E allora? Rotto il precario equilibrio, si finirà inesorabilmente per cambiare le regole, anche demografiche. La legge della sopravvivenza potrebbe portare a conseguenze catartiche. Altro che lotta contro la pandemia da COVID … Ecco, perché oggi mi tormenta il ritornello della Raffaella… Chissà se va, se va ?